L’atto creativo si confronta ed esprime volontà di potenza per cambiare sé e il mondo, che in fondo sono la stessa cosa. Il tutto in piccole opere cinematografiche che saranno ospitate in sedi pubbliche.
Dopo esser stato luogo del set, ieri l’alto il Museo Nazionale Romano diretto da Stéphane Verger è stato il primo a ospitare la proiezione del cortometraggio che sarà replicato in Campidoglio il 12 maggio. Di nuovo può essere apprezzato alla Casa del Cinema a giugno. Protagonisti sono donne che vivono paure, ricordi, nevrosi, pulsioni, frustrazioni e si percepiscono come estromesse dal diritto di sentirsi integrate in un’idea di futuro.
Le quattro protagoniste si immergono nel proprio vissuto. Arrivano da quattro diversi angoli del mondo ed ora si trovano in un incontro possibile. Il luogo di questo incontro è proprio il Museo Nazionale Romano nella sede di Palazzo Altemps, un luogo nel quale sprofondano nella contemplazione della bellezza dove intuiscono l’esistenza della spiritualità che le loro vite sembrava avergli tolto.
La rappresentazione è stata realizzata dall’associazione DUN. Sono studiosi della psiche che si divisano in iniziative creative per dare espressione al sociale in cui consiste la vita di migranti, di rifugiati e di donne vittime di tratta e di violenza.
S-cambiamo il mondo è il titolo emblematicamente scelto per questa rassegna cinematografica arrivata alla sesta edizione. Patrocina Amnesty International Italia e la Fondazione Migrantes si aggiunge a sostegno.
L’associazione che ha dato vita alle rappresentazioni intende realizzare in concreto la teoresi di Carl Gustav Jung per cui la dimensione dello spirito si costruisce buttando fuori la vita pulsionale, le frustrazioni inconfessate, tutte presenti nel vissuto di ciascuna delle protagoniste, per riuscire a dare corpo alla sfera del proprio essere rimasta soffocata.
Ed è in questa dinamica di estromissione quindi trova senso l’espressione: “fare anima”. Questo significa anche evidenziare la sfera del femminile, come la valorizzazione dell’affettività, per vederla calata nelle cose terrene.
Scritto e diretto dalla psicanalista Barbara Massimilla, la narrazione del cortometraggio si svolge proprio a Palazzo Altemps ed è sostenuta anche dai fondi finalizzati alla Chiesa Cattolica all’interno dell’Otto per mille. Le musiche sono realizzate da Ismaila Mbaye, Mattia Del Forno. Alberto Viavattne, direttore della fotografia. La scena è sostenuta dalle attrici che si misurano su contesti viaggianti dal creativo all’analitico. Sono Barsha Debi, Mamy Bintou Sagna, Lei Sofia Jiao, Viviana Anzola Mannino. La collezione di statuaria antica del Museo Nazionale Romano a Palazzo Altemps ha provocato una intensa suggestione creativa nell’autrice, ideatrice del progetto.