Lo sguardo perso. Chi sono? Quanti anni ho? Cosa mi circonda? Domande semplici banali per qualsiasi essere umano, ma domande improponibili ad un malato di Alzheimer. Milena la protagonista di questo spettacolo cerca sé stessa, forse ancor prima della malattia. Una lotta estenuante per non dimenticarsi. E in quel ricordarsi è sapere di essere appartenuti a un qualcosa. Come una corrente d’aria muove un mulinello di foglie secche, Milena diventa come una di quelle foglie e si muove leggera in una danza con il vento.
“I Ricordi di Milena, La danza delle Foglie” è un monologo scritto, diretto e interpretato da Emanuela Rolla. L’aiuto regia e la scenografia sono a cura di Luca Maschi, prodotto da Produzione Performer-Espressione Applicata. Costumi di Isabella Ramondini de l’Altrodesign. Musiche originali a cura di Aleph Viola. Acconciature di Marica Biancalani.
Questo monologo, che fa parte di un progetto più vasto, è patrocinato da Federazione Alzheimer Italia, Associazione Alzheimer Liguria e con il sostegno di Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer Onlus. L’Associazione Alzheimer Liguria è portata avanti da più di anno da Luca Maschi, Emanuela Rolla e Cristina Perico, con l’intento di sensibilizzare e portare alla luce una patologia a cui si da poca rilevanza. Oltre allo spettacolo teatrale è prevista l’uscita del cortometraggio “Milena, la danza delle foglie”, che è accompagnata dalla raccolta fondi su una piattaforma di crowdfunding e social innovation, dal nome “Produzioni dal Basso”. Questo progetto è il risultato di un viaggio durato un anno, realizzato grazie al dialogo tra diverse sensibilità e visioni, frutto di un intenso lavoro con Susan Batson del Susan Batson Studio di New York, Beatrice Pelliccia e Carl Ford per le prove attoriali.
Al centro della stanza una sedia, su cui giace un corpo esausto. Il corpo ha una memoria nonostante la rottura. Nel vuoto che ci circonda, tante scatole a rappresentare i ricordi imprigionati nella memoria, pochi oggetti simbolo della quotidianità, sul fondo una parete piena di scatole e su di essa la vita di Milena fermata su dei post-it. Milena è la protagonista di questo unico atto teatrale, dove ogni post-it rappresenta un ricordo e un appunto da non dimenticare. In questo spazio senza precisa dimensione e tempo, c’è solo il presente. Ex ballerina e insegnante di danza, Milena, ha conosciuto la bellezza di quest’arte a livello internazionale, ora con una sentenza: Alzheimer precoce.
Emanuela Rolla, commenta «Un progetto e uno studio su di un tema a noi molto caro per motivi personali, che mi e ci accompagna ormai da più di un anno, abbiamo iniziato a novembre del 2022, come artista sento che se posso dare voce a questo delicato e profondo tema, allora avrò modo di dare luce in qualche modo, a chi non ne ha, perché l’Alzheimer è una malattia che non lascia speranza e per questo terrificante» continua Emanuela Rolla «E parlare di questa malattia è fondamentale per non lasciare soli chi è travolto da essa: malati e famigliari. I malati di Alzheimer hanno una vita oltre la vita: molte cose, immagini, ricordi, volti scompaiono per sempre, altre sensazioni emergono come da un mondo parallelo portando con sé emozioni devastanti come frustrazione, confusione, paranoia. La nostra protagonista, Milena, affronta in questa giornata il passaggio dalla lucidità all’oblio. Di questa malattia, con un suono e una pronuncia non facilissime Alzheimer, si ha troppa paura perché è subdola, si confonde all’inizio del suo arrivo con la quotidianità. Questo spettacolo nel mio cuore è dedicato a mia nonna Milena: A Milena, con tutto l’amore che forse non ti ho mai detto abbastanza».
La regista del cortometraggio ed una delle creatrici del progetto, Cristina Perico, spiega «Il sottile moto dello stare al mondo, l’ondeggiare del corpo di Milena vuole essere un inno alla vita, o meglio alla vita oltre alla vita. Perdersi in una pagina, ogni volta diversa o forse sempre la stessa, della propria esistenza è il centro della storia».
Un minuto può sembrare un’eternità e un giorno può essere vissuto come un’ora.
Eleonora Francescucci