Dopo numerose repliche in giro per l’Italia, la commedia brillante scritta da Cinzia Berni e Guido Polito con la regia di Nicola Pistoia, prodotto da “La Bilancia Produzioni”, riconferma il successo anche al Teatro de’ Servi dove è tornata in scena dal 28 febbraio al 12 marzo.
Commedia frizzante e divertente “Casalinghi Disperati”, interpretata da Giancarlo Fares, Andrea Catarinozzi, Valerio Giombetti e Stefano Tomassini, è un ritratto allegorico e scanzonato di una realtà sociale vera e attuale nella quale molti vi si possono riconoscere. Spettacolo, senza dubbio esilarante, ma nel contempo, ha obbligato gli attenti spettatori a riflettere su tematiche importanti in maniera così divertente e grottesca.
Quante coppie hanno il coraggio di separarsi? Quante coppie non si separano perché le spese da affrontare singolarmente sarebbero parecchie? I signori, protagonisti di questa commedia fanno una scelta a metà, ovvero si separano e vanno a vivere insieme in modo da dividere le spese e intraprendere una vita diversa, nonostante di sottofondo ci sono poi le storie umane di ognuno. Certamente non è semplice, ma chi l’ha detto che gli uomini senza le mogli non riescono a cavarsela?
Incontriamo il regista, Nicola Pistoia, che ci racconta di questi particolarissimi casalinghi.
Parliamo dello spettacolo, appena concluso al Teatro de’ Servi a Roma. Prima attore e ora regista della commedia “Casalinghi disperati” come ha affrontato questi due ruoli diversi ma speculari fra loro? E’ stato semplice non ho fato altro che dopo permesso degli autori, Cinzia Berni e Guido Polito, di rinfrescare il testo, e renderlo più agile ed efficace non che non lo fosse prima, ma i testi passato qualche anno invecchiano e quindi bisogna attualizzarli sempre.
“Casalinghi disperati” un testo ironico, ma nel contempo impegnativo, come nasce un testo che da più di dieci anni riesce a portare tanto pubblico in sala? Fortuna non si sa mai ogni volta che si debutta con uno spettacolo se avrà successo. L’importante è sempre dare il massimo in quello che si fa e crederci. In questo caso gli autori, il regista e gli attori ci hanno creduto e le soddisfazioni sono arrivate.
Secondo lei quanto gli uomini d’oggi possono essere veramente “disperati” se si trovano a dover ricominciare da capo dopo una relazione? All’inizio ci si sente dei falliti poi il tempo lenisce tutto e dalla disperazione iniziale lentamente ci si risolleva riconquistando gli affetti di moglie e figli.
Dei quattro protagonisti ognuno è disperato per la propria situazione, però ognuno cerca in qualche modo la propria rivincita, quanto pensa che questo spettacolo rivisitato da voi in chiave comica, sia poi uno spaccato di vita reale del mondo maschile? E’ fedele e rispecchia la realtà noi si è portato all’eccesso tutto ciò per arrivare alla leggerezza, alla commedia per riuscire a riderci su ed esorcizzare in questo modo il dispiacere di qualcosa che non è andato nel verso giusto.
Dopo le numerose repliche che sono state fatte, questo spettacolo pensa che ha colpito più gli uomini o più le donne? E perché? Colpisce tutti mariti, moglie e figli più di tutti. Non c’è un colpevole quando un matrimonio si sgretola. Le colpe sono da dividere tra lui e lei chi ci rimette sono solo i figli.
Commedia a parte, pensa che al giorno d’oggi veramente quattro uomini soli potrebbero sopportarsi e supportarsi per tentare di sopravvivere, visto che spesso e volentieri gli uomini separati diventano i nuovi indigenti? Quattro uomini soli e disperati vivono insieme in cattività perché almeno si fanno compagnia. Da soli a parte riuscire ad arrivare a fine mese sarebbe un incubo tornare a casa dopo il lavoro e sapere di non cenare da soli è un sollievo.
In conclusione, come vede il futuro di questa commedia? Beh sono sicuro che avrà lunga vita d’altronde è impossibile che tra marito e moglie non ci si separi, a parte rarissime eccezioni, questa è la vita, siamo noi con pregi e difetti.
Eleonora Francescucci