Quali sono le emozioni alla vigilia della partita paragonate a quelle del primo Derby vissuto 12 anni fa?
“Ogni volta che l’ho giocato ho provato tante emozioni e anche ora sono molte. Il Derby è una cosa bella da giocare e da vivere. A me piace emozionarmi, anzi: secondo me ho a che fare con una squadra che si emoziona. Ed è anche per questo che mi sono trovato bene, attraverso le emozioni possiamo esprimere più cose, sotto forme diverse, si riesce a comunicare con più forza, al di là delle parole. Il Derby è una cosa bellissima, da gustarsi e faremo così anche questa volta, sia io sia i miei calciatori”.
Negli ultimi due Derby la Lazio si è preoccupata di chiudere gli spazi nella trequarti, ha aspettato ed è ripartita. Pensa che domani avrà lo stesso atteggiamento?
“Penso di sì, la squadra di Inzaghi ha avuto quell’atteggiamento non solo in queste due partite. È un ragionamento collaudato che va a richiamare le loro qualità. Il loro tecnico è stato bravo a mettere insieme il tutto, facendo a meno della forza dei singoli e andando a rinforzare il ragionamento del collettivo: con questo 3-5-2 hanno sostanza in fase difensiva perché chiudono qualsiasi spazio e fanno leva sull’imprevedibilità, ribaltando le azioni negli spazi. Hanno giocatori che in campo aperto creano grandi problemi. Lo hanno fatto con chiunque, basta osservare il calcio prodotto e la classifica che hanno: quest’anno hanno fatto un gran lavoro. Sarà una partita simile quella che verrà fuori”.
De Rossi è recuperato al 100%?
“Se farà vedere le cose degli ultimi giorni negli allenamenti sarà recuperatissimo e sarà un giocatore importante per noi”.
Per Allegri e Dybala il campionato non è chiuso. Secondo loro la Roma farà novanta punti: per lei raggiungere quel traguardo sarebbe un orgoglio o più frustrante?
“Chiaramente noi dobbiamo continuare a fare il nostro dovere nel campionato. Ci siamo fatti un bel mazzo in questa stagione, quindi non lasceremo niente di intentato, proprio per la fatica fatta precedentemente. Poi bisognerà fare una valutazione obiettiva sui punti di distacco che a fine stagione ci saranno tra noi e la Juventus. Però c’è ancora margine per poter recuperare qualche punto. Ci proveremo e vedremo di volta in volta a che posizione e a che distanza saremo. Novanta punti sono tantissimi: l’anno scorso nel girone di ritorno abbiamo fatto 46 punti. A volte sento dire che Ranieri avrebbe vinto lo Scudetto se avesse allenato la Roma nelle prime due partite, prima delle mie dimissioni nel 2009. Mi verrebbe facile difendermi a riguardo dicendo che se io fossi arrivato dall’inizio la scorsa stagione avrei vinto, anche se quella non era la mia squadra. La mia squadra, però, è quella di quest’anno: l’ho voluta così, compatibilmente con quello che si poteva fare. È stato fatto molto, è venuta fuori una bella squadra. Riuscire a fare questa quantità di punti significherebbe raggiungere un obiettivo importantissimo. Se poi riuscissimo anche a raggiungere la seconda posizione secondo me sarebbe tanta roba, perché poi la Juventus ha fatto vedere anche ieri sera di essere una squadra tostissima, fortissima, per certi versi imprendibile. Essere dietro la squadra che lotta per la vittoria della Champions vorrebbe dire aver fatto grandissimi risultati. I calciatori hanno rispettato le aspettative e hanno lavorato in maniera seria e professionale. Se riuscissimo a fare quei punti lì dovremmo far loro i complimenti”.
Lei lo sta preparando come se fosse l’ultimo Derby?
“Ora abbiamo la chiave in mano del secondo posto e non dobbiamo cambiarla con altre cose. Ora si arriva in fondo perché quella è la chiave giusta. Ci sono tutti gli ingredienti, le qualità e le capacità per poter aprire quella porta lì, che sarebbe la porta del paradiso. Teniamoci questa chiave in mano e andiamo dritti per la nostra strada”.
In questi giorni è arrivato Monchi: hai avuto modo di parlare con lui, anche di futuro?
“Noi in questo momento siamo tutti molto attenti al finale di campionato, all’importanza di difendere questa posizione e di arrivare secondi in classifica. Ci siamo conosciuti, ho avuto la stessa impressione che mi avevano dato le persone che lo conoscono. È una bella persona, un bel professionista, messo accanto a un altro grande professionista che già avevamo come Ricky Massara: sapranno collaborare al meglio per quanto riguarda il futuro della Roma. Quel che diventa fondamentale ora, come dicevo prima, è arrivare secondi in classifica. Niente può distoglierci l’attenzione da questo obiettivo. Abbiamo cinque partite ancora e vogliamo vivere al meglio questo campionato”.
Il fatto che El Shaarawy non sia mai stato ammonito rappresenta un limite del suo carattere o un pregio?
“Ogni calciatore ha le sue caratteristiche e i suoi piccoli punti deboli. Però lui è forte, sa attaccare gli spazi, ripiega, ricopre le piccole distanze in pochi secondi. È un giocatore importante per la classifica che abbiamo e per la Roma. Ha fatto bene a Pescara, ma la formazione la dirò all’ultimo momento e mi prenderò tutto il tempo possibile per non sbagliare”.
Crede che questo sarà l’ultimo Derby di Totti da gicoatore?
“Non lo so perché io non ho chiesto niente alla Società o a lui: spero di no, se lui volesse continuare. Però per il passato che ha, per il suo nome, anche se facesse un altro lavoro o se dovesse andare da un’altra parte, per lui il Derby di Roma vorrà sempre dire viverlo direttamente. Parteciperà da qualsiasi posizione, da qualsiasi luogo del mondo”.
In caso di vittoria con quattro turni di anticipo la squadra si qualificherebbe aritmeticamente ai preliminari di Champions. È sodisfatto di questa stagione della Roma visti i numeri?
“Sono molto soddisfatto del percorso. Al di là del risultato che abbiamo ottenuto l’importante è quanto ci siamo impegnati, come abbiamo difeso la Roma. Abbiamo fatto sempre il massimo, poi è vero che qualche volta abbiamo rallentato, però la Roma ha fatto un percorso da rimarcare e da elogiare, contando anche la scorsa stagione: non ha mai mollato, è sempre stata lì quando c’è stato un momento di difficoltà per trovare la soluzione per riproporsi come squadra forte qual è, con grane capacità e sicurezza, con grande qualità”.
La famosa frase “resto se vinco” oggi la considera ancora valida? Inzaghi ha detto che non gradisce il Derby alle 12:30: lei cosa pensa? Non teme la stanchezza facendo allenare la squadra alle 17 oggi?
“La lunghezza dei contratti non conta. Contano queste cinque partite. Sull’orario della partita sono d’accordo con il mio collega Simone Inzaghi: il Derby meriterebbe la ribalta delle grandi luci, delle attenzioni con tutti i contorni più belli possibili. Le partite giocate in notturna hanno un sapore differente e poi la temperatura potrebbe far calare il livello di spettacolo. Avrei preferito anche io giocarlo in notturna. Perché ci alleneremo alle 17? Perché è meglio in funzione della sessione che svolgeremo. Non si correrà tanto, non si faranno grandissime cose. Metteremo a punto il punto di vista tattico, gli equilibri della partita. L’orario scelto va benissimo per quello che debbo sviluppare oggi. Giocare alle 12:30, però, non ci coglierà di sorpresa e non ci darà disturbo: noi domani ci faremo trovare pronti”.