Tra rinvii e processi giudiziari, il nuovo presunto stadio della Roma situato a Tor di Valle è stato costruito ad oggi soltanto a chiacchiere.
Il via libera del comune capitolino e la festicciola del presidente americano assenteista Pallotta, subito interrotta dallo scandalo Parnasi, ai domiciliari dal 20 luglio scorso.
La sensazione è che la Roma dovrà ancora per molto e forse per sempre condividere il suo stadio di casa con i cugini laziali, anche loro desiderosi di un impianto personale. L’iniziativa (Laziali famo lo stadio) venne lanciata non molto tempo fa dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, fortemente contrario alla proposta della creazione dello stadio a Tor di Valle per motivi legati «alla devastazione dell’agro romano».
Attualmente il quartiere a sud-ovest della capitale, mostra segni evidenti di degrado e abbandono, stesso discorso vale per il sedotto e abbandonato Flaminio, affacciato sul prestigioso Auditorium Parco della Musica.
Resta il fatto che una possibile creazione di un’area sportiva, avrebbe probabilmente potuto riqualificare la zona di Tor di Valle.
In Serie A, malgrado la sospensione per i primi due turni, relativi ai fatti della finale dei playoff, lo stadio Benito Stirpe, sarà un’eccellenza del nostro campionato.
Terzo stadio di proprietà in Italia, dopo l’Allianz di Torino e il Dacia Arena di Udine, candidato al premium Stadium of the Year 2017.
Ubicato a Casaleno, località interna a Frosinone, è divenuto dopo il Matusa, l’impianto principale dei ciociari, pronti a una nuova avventura nella massima serie.
Stadio stile inglese di sedicimila posti, senza la fastidiosa pista atletica, presente purtroppo allo Stadio Olimpico.
Trent’anni di inattività lavorativa, certamente sono tanti, ma tutto questo è stato circondato da poche chiacchiere e zero inchieste (si spera). Dalle parole ai fatti, lo Stirpe è destinato a rappresentare il Lazio nella cultura sportiva.
La chiarezza espressa dal figlio di Benito, Maurizio Stirpe, socio successore del Frosinone calcio, che mantiene una tradizione familiare coesa nel tempo «Lo stadio è stato concepito per lasciare qualcosa al territorio. È stato fatto per i tifosi, che sono poi i veri proprietari di questo impianto. Noi siamo amministratori pro tempore, i tifosi restano.».