Fra gli allenatori senza contratto figura anche Agenore Maurizi, tecnico di Colleferro classe ’64. Per certi versi sui generis se guardiamo alla sua formazione professionale, partito con il calcio a 5 per poi approdare nel mondo professionistico. E’ intervenuto ai microfoni di Tuttoc.com per parlare delle sue ultime esperienze, fornendo il suo contributo riguardo all’andamento generale del calcio nostrano:
Mister nelle scorse settimane si era vociferato di un suo possibile approdo al neopromosso Seregno, poi le cose sono andate diversamente. Per quali motivi non è arrivata la “fumata bianca”?
“Il Seregno è una ottima società e ben strutturata, per questo mi ha fatto piacere essere accostato a questo club ed aver condotto una trattativa con questo club. Con il direttore c’è stato un rapporto di rispetto e cordialità, poi come spesso accade le cose possono collimare in maniera perfetta mentre in altre non è così, ma fa parte del normale andamento delle cose”.
L’ultima squadra dove ha allenato è stata la Viterbese, con il club laziale è arrivato un esonero ed un ritorno ma possiamo dire che questa esperienza sia stata condizionata dal Covid?
“Non amo per mio carattere accampare scuse, ma in effetti il covid ha complicato non poco il mio lavoro a Viterbo. Io mi sono lasciato benissimo con il club e il presidente. Prima di richiamarmi al timone della squadra si è scusato per certi atteggiamenti avuti in precedenza nei miei confronti, a quel punto si è creato un rapporto molto bello, fatto di lealtà e di rispetto. Questo per me vale più che una vittoria in campionato, sono orgoglioso di questo”.
La classica domanda ad un allenatore come lei senza contratto è cosa conterà maggiormente nella scelta di una eventuale futura squadra?
“Onestamente a questo non ho pensato finora visto che ero impegnato in alcuni progetti, l’esperienza suggerisce di avere calma e non perdersi d’animo, arriverà sicuramente l’offerta giusta. Credo che noi allenatori dobbiamo essere rispettati maggiormente a livello contrattuale perchè prestiamo la nostra professionalità e le conoscenze acquisite negli anni. Si deve arrivare a contratti dignitosi, la crisi in cui siamo può portare qualcuno ad offrire cifre troppo basse”.
Ogni anno regolarmente come un orologio svizzero purtroppo di questi tempi invece di parlare di calcio giocato si ragione di ricorsi e ripescaggi: quest’anno il covid è stata una spada di damocle, fare le riforme risolverebbe i problemi?
“A mio avviso il calcio rispecchia in maniera fedele tutto quello che accade nel nostro paese in tutti gli altri settori. Il nostro paese fa molta fatica, per chi ha come me due figli è logico che sia preoccupato sulla realtà della nostra penisola. La vittoria dell’europeo conseguita della nostra nazionale, frutto di grande unità e gioco eccellente non deve far dimenticare i problemi esistenti nel mondo del calcio. Anche in questi giorni ci sono club sul punto di sparire, quindi occorre fare qualcosa per evitare il ripetersi quasi sistematico di queste situazioni”.
Negli ultimi anni molti allenatori e calciatori della serie C sono passati nelle serie superiori, questo dimostra il fatto che la serie C sia un serbatoio del calcio italiano da salvaguardare?
“C’è maggiore attenzione delle categorie superiori a partire dagli anni 2000, questo ha fatto si che giocatori e tecnici abbiano avuto maggiore possibilità di fare il salto approdando dove meritavano. La domanda che mi faccio è perchè nel calcio italiano c’è ancora una preponderanza di stranieri nella massima serie, ma anche la serie B è infarcita di giocatori di altre federazioni. Non ho una risposta a questo quesito, ma solo una presa di coscienza di un fenomento esistente”.