Ormai non manca molto all’inizio della prossima stagione di calcio. Vedremo diverse facce nuove sulle panchine dei top club della Serie A. A partire dal ritorno di Massimiliano Allegri alla Juventus, passando per Maurizio Sarri alla Lazio, Simone Inzaghi all’Inter, Spalletti al Napoli e, soprattutto, José Mourinho alla Roma. Il portoghese, infatti, è stato il vero colpo dell’estate, per quanto l’accordo sia stato raggiunto con la società giallorossa già nel finale dello scorso campionato, quando venne annunciato il suo arrivo al posto di quello che era l’attuale allenatore della Roma: Paulo Fonseca. In molti, dunque, si stanno chiedendo cosa cambierà a livello di gioco tra i due tecnici portoghesi e nelle prossime righe cercheremo di capirlo.
La mentalità dell’ex allenatore giallorosso era piuttosto offensiva e caratterizzata dall’estremizzazione del possesso palla. Il controllo della sfera doveva essere appannaggio dei capitolini per gran parte della partita, con la volontà di togliere ogni possibilità di gestione del match all’avversario. Inizialmente, anche per mantenersi fedele al classico modulo di Ranieri e Di Francesco che lo avevano preceduto, Fonseca ha optato per il 4-2-3-1, unico punto di collegamento con Mourinho, ma nel corso della prima stagione, poi, ha rivoluzionato il sistema di gioco, schierando la difesa a 3, in un 3-4-2-1, sfruttando anche le caratteristiche della rosa a disposizione. I due difensori laterali salivano quasi all’altezza del centrocampo, per creare una linea alta di retroguardia, mentre il gioco partiva sempre dal centrale, che rimaneva più basso rispetto ai colleghi di reparto, o dal portiere. Grande pressing e l’inventiva dei due trequartisti, aiutati nella manovra anche dalla punta che arretrava sui 45 metri finali, chiudevano il cerchio.
Con Mourinho, che rimarrà, invece, fedele al 4-2-3-1, la pelle della Roma potrebbe modificarsi in maniera drastica rispetto al recente passato. Lo Special One, infatti, ha da sempre badato meno alla bellezza del gioco, puntando tutto sulla qualità e il cinismo sotto rete per sfruttare ogni singola opportunità creata durante una partita. Così, ad esempio, realizzò il miracolo con l’Inter in Champions League, specialmente in una partita dura come la semifinale di ritorno al Camp Nou contro il Barcellona, di recente ricordata proprio dal portoghese. Lì, con una squadra attendista, attenta alla fase difensiva e piuttosto aggressiva nel pressing, riuscì a portare a casa l’accesso alla finalissima di Madrid, poi vinta contro il Bayern Monaco con tutt’altra prestazione. Questo perché uno dei punti di forza delle squadre di Mourinho sta proprio nella capacità di adattarsi alla partita specifica, badando al sodo. Stessa cosa, probabilmente accadrà con i giallorossi e qualcosa si sta vedendo nelle amichevoli disputate finora nel ritiro pre-stagionale.
Pragmatismo e cinismo, dunque, caratterizzano il gioco di Mourinho, mentre non sarà così frequente, come succedeva invece con Fonseca, vedere la palla scorrere tra i piedi di portiere e difensori per iniziare la costituzione dal basso. Molto meno rari saranno i lanci in verticale che proveranno a innescare gli esterni offensivi o direttamente la punta, che potrà lavorare di sponda o scattare in avanti alla ricerca dell’imbucata giusta in area di rigore. L’apporto di Mourinho, secondo gli esperti di calcio che conoscono bene moduli di gioco e le indicazioni di un sito di scommesse sportive online, potrebbe portare la Roma a lottare quantomeno per le posizioni da Champions League, se non addirittura più in alto. Tra i protagonisti assoluti della prossima stagione, dunque, ci dovrebbe essere Edin Dzeko, considerato dal portoghese punto di riferimento inamovibile per quel che riguarda il reparto offensivo capitolino, nella speranza che il bosniaco possa tornare al gol con grande facilità.