Un viaggio nel passato tra sentieri walking e bike legati alla vita di Napoleone all’Elba. In occasione del bicentenario della morte dell’imperatore, l’isola offre l’opportunità di coniugare l’attività outdoor con la storia di uno dei suoi periodi più celebri. Inediti e tutti da esplorare, i tracciati napoleonici possono essere percorsi a piedi o in bicicletta; oltre a soddisfare la curiosità storica, rappresentano l’occasione di vivere la straordinaria varietà naturalistica dell’isola in una stagione ideale, per colori e temperature, come quella che va da settembre in avanti. Tutti i percorsi mettono d’accordo gli amanti di storia e cultura con gli appassionati di attività fisica all’aperto. Ancora prima di percorrerli, si possono scegliere quelli più affini ai propri interessi con un tour virtuale su Elba Smart Exploring, mappatura digitale dell’intero territorio tra 400 chilometri di sentieri e 200 spiagge.
Si racconta che Napoleone, nel pianificare la sua fuga dall’esilio, amasse percorrere in tranquillità i sentieri nelle vicinanze della sua dimora di campagna, Villa San Martino. Nonostante il suo aspetto “rustico”, la residenza era molto più di una semplice abitazione di campagna: rappresentava di fatto la residenza più importante dell’imperatore con affreschi che raccontano le sue imprese, con un panorama invidiabile pur essendo strategicamente nascosta sul porto di Portoferraio. Ai piedi della residenza originaria, si estende la Galleria Demidoff che fu aggiunta successivamente per volere dell’omonimo principe in onore dell’imperatore. Da qui, si ripercorrono i passi napoleonici alla scoperta di una vallata, scrigno di una delle più variegate foreste demaniali dell’isola d’Elba, dove per secoli i boschi di lecci sono stati trasformati in carbone dalle sapienti lavorazioni dei carbonai del luogo.
Madonna del Monte è il più importante santuario montano dell’isola e si trova a Marciana Marina; qui regnano il silenzio e un’atmosfera raccolta e suggestiva. Sul percorso si incontra l’eremo che ospitò il soggiorno estivo di Napoleone in cui, tra la pace del castagneto e l’isolamento della montagna, avvenne l’incontro tra l’imperatore e la sua amante polacca, la Contessa Laczyńska. Seguendo il percorso, non passeranno inosservate le particolari forme di erosione del granito, vere e proprie sculture di pietra, come quelle del “masso dell’Acquila”, “l’Uomo Masso” e della “Testa di Moro”. Dopo aver fatto rifornimento d’acqua alla freschissima sorgente dell’esedra del santuario, il sentiero prosegue verso la panoramica terrazza di Serraventosa che volge verso la Corsica. Lungo il tracciato non sarà difficile scorgere alcuni esemplari di mufloni e rapaci in volo.
“Capoliveri mi fa la guerra..un nido di corvi vuol resistere all’aquila imperiale”: questo, secondo la tradizione popolare, fu il pensiero di Napoleone di fronte all’unico paese in rivolta contro la sua dominazione “forzata” sull’isola. Seguendo il leggendario racconto della Vantina, la ragazza che salvò il paese dalle ire napoleoniche, si possono scoprire i caratteristici “chiassi”, i vicoli del centro storico di questo antico borgo minerario La passeggiata prosegue sul Monte Calamita in quello che è il Santuario delle Orchidee, tra le ombreggiate pinete e l’odorosa macchia mediterranea. Spaziando sulla costa toscana e l’abitato di Porto Azzurro, si raggiungono le vedute di Ponente con il Golfo Stella, il maestoso Monte Capanne e uno scorcio da cartolina di Capoliveri.
A Rio Marina, il “Parco Minerario dell’Elba” la fa da padrona: un museo mineralogico in cui sono custodite tutte le pietre preziose minerarie che un tempo rappresentavano la principale fonte di finanziamento del “principato Napoleonico”. Per secoli, i giacimenti ferrosi della zona orientale dell’isola hanno fatto la fortuna di chi aveva la possibilità di sfruttarli, dagli albori con gli etruschi, passando per la dominazione pisana, fino al periodo napoleonico. Ematite, pirite e limonite sono solo alcuni dei numerosi minerali che costituiscono la varietà geologica dei cantieri minerari del versante riese. Il tracciato offre la possibilità di vivere un vero e proprio “viaggio” alla ricerca dei brillanti tesori nascosti nel sottosuolo e delle loro particolari cristallizzazioni.
di Marcello Strano