Un mese di vela nei mari d’Italia, da Genova a Venezia, passando per Civitavecchia, Gaeta e Napoli, sul mar Tirreno e per Brindisi, Bari e Marina di Ravenna sul mare Adriatico. È il Giro d’Italia a vela del Marina Militare Nastro Rosa Tour, partito giovedì scorso dal capoluogo ligure con la prima vera edizione patrocinata dal Coni, organizzata con il supporto della Federazione Italiana Vela e della Gazzetta dello Sport. È in questa cornice che ha preso il vento anche Luna Rosa, l’equipaggio tutto al femminile del Circolo Aniene, composto dalla skipper campionessa del mondo Nacra 17 in duo con Vittorio Bissaro, Maelle Frascari: con lei nella tappa di Civitavecchia anche Caterina Banti, oro del Nacra17 nei Giochi di Tokyo in equipaggio con Ruggero Tita. Poi in squadra anche l’olimpica svedese sempre del Nacra17, Cecilia Jonsson, e la sua connazionale Josefin Olsson, argento nel Laser Radial a Tokyo. E poi Francesca Bergamo, Laura Marimon ed Elettra Orsolini.
“Questo team femminile mi ha dato la possibilità di rivedere Caterina dopo Tokyo e ‘riconoscerla’ di nuovo“, ha raccontato Frascari facendo riferimento alla rivalità con Banti, nel corso di un incontro al circolo Aniene a Roma. Le due azzurre si sono contese l’unico posto a disposizione per l’Italia ai Giochi Olimpici e si sono ritrovate dalla stessa parte proprio grazie al Giro d’Italia a vela. Sull’equipaggio tutto ‘rosa’ Frascari spiega: “Per me è difficile instaurare un rapporto agonistico con le donne, semplicemente per il modo in cui sono cresciuta io, ovvero sempre con i maschi. Io non ho sperimentato finora la scioltezza di rapporti in una squadra di vela e quindi ero curiosa di capire come si poteva creare un equipaggio, cercando di valutare cosa non funziona tra donne“. “Non ho mai visto Maelle come rivale ma sempre come compagna di squadra“, le parole di Banti. “È stato bello condividere con loro questi anni di lavoro, perché gli equipaggi hanno sempre spinto al massimo. L’equipaggio misto funziona molto, l’uomo e la donna sono molto diversi nell’affrontare le cose e insieme possono mettere ciascuno il meglio di sé nel rapporto. Un po’ come in un matrimonio“. Quindi l’auspicio per i prossimi anni: “Vorremmo gettare delle buone basi per un rapporto tra donne ma in futuro non escludo che possa esserci uno scambio con gli uomini“, la speranza di Frascari.
Da Genova, il Giro terminerà il 26 settembre a Venezia, sede dell’ottava e conclusiva tappa, dopo un vero e proprio periplo della penisola italiana. “Tutto nasce da un amico – ha raccontato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ex numero uno dell’Aniene – che mi parlò di questo progetto e di queste ragazze e io dissi che ci saremmo stati. Quando nel 1997 diventai presidente dell’Aniene sapevo che saremmo arrivati a questi livelli, ma quando lo dicevo all’epoca mi prendevano per matto“.
La formula prevede tre discipline, le regate con le tavole a vela foil, le prove tra le boe con i trimarani Diam 24 e le regate offshore che si svolgono con i monotipi Figaro 3: “Dentro queste tre semplici categorie c’è tutto il mondo della vela – ha detto Riccardo Simoneschi, presidente di SSI Events, organizzatore con la partnership dell’Istituto per il credito sportivo – L’obiettivo è quello di portare questo mondo a chi non conosce il mare. Rosa, per un concetto di inclusione, dove ogni equipaggio è misto perché si è sempre andati in barca assieme. Il Giro unisce il Paese in maniera trasversale e unisce club che si sono messi in gioco scendendo con noi nelle piazze a promuovere l’evento“.
Infine la Marina: “Per noi – ha spiegato Giuseppe Berutti Bergotto, Capo di Stato Maggiore – significa consolidare ancora di più i binomio Vela-Marina Militare. Uno dei pilastri principali all’interno dei nostri programmi formativi militari. La Marina ha lo sport come elemento principale della propria educazione“.
Gaia Pandolfi