Presentata all’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, presso lo Spazio Regione Veneto –Veneto Film Commission, in concomitanza con la 79. Edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, SPORT CRIME – l’originale serie TV di investigazione sportiva, dall’8 dicembre 2022 è disponibile sulla piattaforma Chili. La produttrice Daniela Scalia è entusiasta e commossa per i commenti e le mail che stanno giungendo giornalmente da un pubblico che sembra “non avere confini di età, cultura e passioni sportive”.
Allora Daniela, come sono andate queste prime settimane di visibilità pubblica?
«Chi ci vede su Chili guarda e riguarda gli episodi, le persone usano le frasi come modi di dire, come succede alle serie in onda da anni. Ognuno ha una puntata preferita, una scena preferita, tutti i personaggi piacciono (anche se la dominanza di Dabs è nettissima), stiamo sbancando tra sportivi e quello che più conta, tra i non sportivi».
Ma in tutto questo non c’è un lato negativo? «Sì, avremmo dovuto uscire anche su Prime Video, questione di giorni, ma molti ci scrivono per chiederci di meccanismi che non conosciamo e soprattutto che non gestiamo direttamente. Qualcuno perfino perché si è inchiodato il computer… ma dài. Se al ristorante ti portano il riso scotto te la prendi con il contadino che lo coltiva? Ovvio che anche a noi farebbe comodo uno sblocco improvviso, dovrebbe essere evidente, no?».
Tornando invece ai fattori positivi, puoi farci qualche esempio?
«Volentieri. Ci sono vari temi che abbiamo messo quasi “di istinto” e che stanno toccando molti cervelli, anzi amigdale: esempio, le adozioni, in vari episodi abbiamo trattato questo tema, ma senza mai soffermarci troppo, abbiamo qualche famiglia oscura o persa. Evidentemente abbiamo toccato un tasto sensibile, perché riceviamo commenti di figli, mamme, parenti reali o aspiranti, insomma entusiasmi e affetti da chi ha a che fare con questo tema. Così anche con le malattie alimentari, o la pittura, evidentemente abbiamo un subconscio che scrive un po’ da solo».
Pare che il pubblico di “ SPORT CRIME” non abbia né confini né età. Cosa significa tutto questo? Che tipo di pubblico vi colpisce di più?
«I bambini e gli anziani. La nostra forza sulle fasce “centrali”, insomma curiose di sport, viaggi, luoghi strani e musica non era in discussione, ma i bambini vedono Dabs come un pupazzone (abbiamo anche dovuto fare l’adesivo di Super Dabs Avatar -il “pupazzo” ufficiale SPORT CRIME disegnato dall’artista Daniela Conte), mentre gli ottantenni sentono parlare di storia sportiva e societaria, raccolgono pezzi di letteratura e citazioni che evidentemente non trovano altrove. E poi le musiche, che a PaeseRoma avevate “fiutato” per tempo».
Quindi il «poco rende» anche nelle colonne sonore?
«Sì, nei tappeti, nella musica diegetica (termine tecnico per identificare quella che proviene da una fonte sonora presente e ben identificabile all’interno della scena). Dabs strimpella a casa, canticchia per chiedere un oggetto o per prendere in giro, i bambini, a partire dai miei nipotini, cantano “Glam Bang Boy”, che per gli over 70 è un pezzo alla Beach Boys, per i cinquantenni è un brano alla Suzi 4 o Slade e per i teenager credo si chiami New Rock».
Lo scorso settembre, in un’intervista a Luca Tramontin avevamo parlato anche di atmosfere alla Goblin…
«Certo, vedi il nome del mio personaggio. Abbiamo ringraziato personalmente Claudio Simonetti per il concetto di mettere poche note, cardiache, di lasciare il basso bum-bum mixato alto ma a tempo perfetto con il ritmo di scena. Anche se lui è un tastierista e Luca invece non ha voluto una nota di tastiera in tutta la stagione. Anche qui le fasce di età si distinguono: chi ritrova le atmosfere dello sceneggiato italiano anni ‘70 (Luca è un fanatico) e dei Goblin, chi invece è più giovane ed è stufo e saturo di effetti speciali trova tutto un po’ più punk e libero».
Dici che intere famiglie guardano la serie TV e che questo ti ha molto colpito….
«Sì, sì, sì. Il “ritmo basso”, come dicevano i produttori italiani che evidentemente non vedono le serie scandinave, permette quei dieci-venti secondi per commentare, per dire “che bella Legal Lady” o “secondo me è stato l’allenatore”. Aggiungi che non ci sono scene vietate, e questo permette a famiglie intere o a gruppi di amici diversissimi tra loro di sedersi a guardare insieme. Ci sono varie letture, non anticipo niente, ma c’è una gag sulla letteratura inglese che ha fatto ridere anche chi non ha mai aperto un libro. È una vittoria grossa».
Qual è Il messaggio che ti / vi ha fatto più piacere?
«Confesso: mi entusiasmo di più per le mail di chi ha studiato poco, di chi si gode lo sport, le battute da spogliatoio o la tensione da “casino tra giocatori”. Forse per tutti gli anni in cui mi hanno urlato che era una serie troppo colta, solo per sportivi etc. etc. Vedrai quando andrà in Sudamerica che roba! Già ora abbiamo attori stranieri che dopo aver visto la prima stagione ci contattano per entrare a far parte del cast, soprattutto dopo la Mostra del Cinema di Venezia».
Come sta procedendo la produzione della seconda stagione?
«Quasi fatico a dirlo, ma la stagione 2 sarà molto meglio della 1. Abbiamo già completato l’episodio di Casale Sul Sile, in cui finalmente rivediamo Dabs giocare a rugby a “casa sua”, e quella di Mestre, per restare in un Veneto che ci ha dato e ci sta dando tanto… e poi i vicoli di Imperia, le atmosfere dark di Torino, con una grossa sorpresa sentimentale, ma – come dicono i giovani – “Non dobbiamo farci prendere!”.
di Daniela Paties Montagner
Immagine in evidenza: Il cast di SPORT CRIME, da sx Luca Tramontin, Toussaint Mavakala, Nabila Jaziri, Elettra Mallaby, Daniela Scalia, Foto Credit: Carmine Conte
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