La morte di Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come “Pelé”, sconvolge il mondo del calcio. Un fuoriclasse senza tempo e ad ogni latitudine, che ha incrociato anche AS Roma e i romanisti in alcuni momenti della carriera. Ecco 10 cose da sapere su di lui, legate alla squadra giallorossa:
Nato nel giorno del “Ti Amo”
“L’ispirazione e l’amore hanno segnato il viaggio del re Pelé, serenamente scomparso nei giorni conclusivi del 2022. Amore, amore e amore, per sempre”. Così si è letto ieri sull’account twitter ufficiale di Edson Arantes do Nascimento, detto Pelé. È morto il 29 dicembre 2022, era nato il 23 ottobre 1940. Il 23 ottobre per ogni romanista è il giorno dell’amore. È il giorno del “Ti Amo”, la coreografia più bella nella storia dei derby, realizzata dal Commando Ultrà Curva Sud il 23 ottobre 1983.
Lui e Liddas
Anche se nessuno in quel momento poteva saperlo, il primo incrocio tra Pelé e la Roma si può far risalire al 29 giugno 1958. A Stoccolma, si disputa la finale dei Mondiali tra Svezia e Brasile. Per la Svezia segna subito Nils Liedholm, ma poi il Brasile vince 5-2 e Pelé segna due gol, uno dei quali con un controllo al volo meraviglioso. Ventidue anni dopo, Nils Liedholm chiederà un consiglio a O’Rey. Comprare Zico o Falcao? “Con Zico si vincono le partite, con Falcao si vincono i campionati”, rispose Pelé. Il resto è storia.
“Piccolo Pelé”
A proposito dei Mondiali (Pelé è l’unico giocatore nella storia del calcio ad averne vinti tre), il 17 giugno 1970, mentre il Brasile giocava contro l’Inghilterra durante Messico 1970, a San Paolo del Brasile nasceva un bambino. L’ostetrica che stava ascoltando alla radio la partita, disse: “Vieni fuori, piccolo Pelé”. Il piccolo Pelé era Marcos Cafu, futuro campione d’Italia con la Roma.
Un gol alla Roma
Mercoledì 1 luglio 1960 per la prima volta la Roma ha affrontato il Santos in amichevole. Avanti 2-0, la squadra giallorossa si fa raggiungere sul 2-2 e il gol del pareggio è realizzato proprio da O’Rey. A pochi minuti dalla fine Pelè con un colpo di tacco serve a Dorval l’assist per il gol del 3-2 a favore della squadra brasiliana.
“Sentivi prima il vento”
La Roma non è mai riuscita a battere il Santos. Giacomo Losi, storico capitano giallorosso e protagonista in più di una di quelle amichevoli, parlando di Pelé ha scritto: “Sentivi prima il vento che annunciava il suo arrivo in area di rigore, poi arrivava lui”.
Quella volta che fu sconfitto
La Roma ha battuto Pelé il 13 settembre 1975 allo Stadio Olimpico, quando la “perla nera” giocava con i New York Cosmos. La squadra giallorossa vinse 3-1 con i gol di Petrini, Cordova e Negrisolo. L’allenatore della squadra americana, con cui Pelé chiuse la carriera, era Gordon Bradley, papà di Michael Bradley, visto alla Roma tra il 2012 e il gennaio del 2014.
Il mito di “Marazico”
È stato quasi sempre il numero di Bruno Conti nella Roma. Ai Mondiali di Spagna 1982, però, indossava il numero 16. Era soprannominato “Marazico”, un incrocio tra Maradona e Zico. Fu Pelé a dichiarare che il miglior giocatore della competizione, vista dall’Italia, era stato proprio lui, il fantasista della Roma.
L’applauso a Totti
Da un campione del mondo all’altro, da Bruno Conti a Francesco Totti. Il 10 dicembre 2000 Pelé era all’Olimpico con Platini e Cruijff. La sera, proprio a Roma, si sarebbe tenuto un evento organizzato dalla FIFA. Nel pomeriggio all’Olimpico però si alzò in piedi ad applaudire il gol di sinistro al volo del capitano romanista contro l’Udinese.
L’incrocio con Capacci
Tra le immagini iconiche di Pelé c’è la sua rovesciata nel film “Fuga per la vittoria”, uscito nelle sale nel 1981. Tra gli attori del film c’è anche Eolo Capacci, noto al grande pubblico come giornalista televisivo, ma prima di diventarlo era stato anche un calciatore, con una presenza con la maglia della Roma.
Il rigore parato di Ginulfi
L’episodio più famoso che lega Pelé alla Roma. Il 3 giugno 1972 all’Olimpico si gioca un’amichevole tra Roma e Santos. La squadra brasiliana vince 2-0, ma Alberto Ginulfi para un calcio di rigore al fuoriclasse brasiliano. Che si complimenta con lui e propone al Santos di acquistarlo. Non se ne farà nulla, anzi: la maglia di Pelé è custodita da Alberto Ginulfi.