Nei 58 giri di Albert Park, domenica è successo di tutto. La stagione è appena cominciata e ciò che lascia il gran premio d’Australia è solo un grande senso di perdita di fiducia nei confronti della Federazione.
Tanti sono stati gli episodi controversi che hanno messo a dura prova i nervi saldi dei protagonisti del circuito. Una gara che poteva terminare presto ha dovuto vedersela con cinque Safety car e tre cosiddette Red flag prima di concludersi.
Già il primo giro porta con sé la prima problematica: Charles Leclerc si tocca con Lance Stroll e finisce in ghiaia. Prima safety car e il pilota Ferrari è costretto al ritiro. Neanche il tempo di cominciare a sognare il procedere della gara, che Alexander Albon infrange le speranze dei tifosi della Williams di ottenere dei punti finendo a muro e causando la prima bandiera rossa della gara; piloti in pit-lane e la FIA decide di far fare ai piloti la cosiddetta partenza da fermo.
Un primo episodio che avrebbe sollevato polemiche si è verificato durante il giro di formazione per la ripartenza decisa in questo caso. Hamilton, uscito per primo dalla pit-lane data la sua posizione di testa, dopo poche curve ha visibilmente ridotto la velocità costringendo gli altri piloti dietro di lui a rallentare tantissimo e trovandosi quasi a causare un maxi tamponamento..
Un Hamilton impeccabile lascia dietro di lui Verstappen – che di lì a poco lo avrebbe sorpassato – con alle costole un Alonso determinato a prendersi la posizione. Nelle posizioni inferiori è lotta ferrata con Perez che, partito dalla pit-lane ad inizio gara, rimonta senza sosta; dello stesso avviso anche Carlos Sainz che si porta in quinta posizione. La battaglia infiamma, così come la Mercedes di George Russell che viene costretto al ritiro al giro 17.
Al giro 56 ecco che arriva la seconda bandiera rossa della gara: Magnussen finisce a muro e rompe il cerchio. Ennesimo pit-lane per i piloti ed ennesima standing start. Ed è a questo punto che la gara si complica. Alla ripartenza, le due Alpine di Gasly e Ocon vanno a muro, distruggendosi; Alonso si è girato al via dopo un contatto.
La FIA dichiara l’ultima red flag ma tutti sono nella confusione più totale. C’è chi scende dalla macchina, chi invece come Sainz, resta all’interno della monoposto. Per colmare la voglia di spettacolo, viene deciso di terminare il giro in regime di safety car, ma ripristinando l’ordine di posizioni prima della carambola.
Oltre al danno, la beffa per casa Ferrari che ha visto il pilota spagnolo essere sanzionato con cinque secondi di penalità.
Termina la gara ed il podio vede tre campioni del mondo sui gradini più alti: primo Verstappen, secondo Hamilton, terzo Alonso.
Ma questo Gran Premio porta un bagaglio di discussione sulla FIA: una Federazione che ha da imparare negli errori che ha commesso a Melbourne e che ha l’obbligo di salvaguardare lo sport a discapito di un divertimento meschino e sadico.