“Il portiere secondo me”: non è solamente il titolo di un noto articolo e del successivo video di formazione tecnica, ma è l’essenza di una storia, quella della Scuola romana Numero 1 di calcio, di uno dei più competenti preparatori.
Stiamo parlando di Giuseppe De Fidio che in questi giorni, nella bellissima location della Repubblica di San Marino, ha tagliato l’agognato traguardo della 30^ edizione del camp dedicato alla formazione tecnica dei giovani portieri.
Un’edizione da incorniciare con promettenti numeri 1 provenienti da ogni parte d’Italia e perfino dagli Usa, con larga partecipazione di giovani provenienti dalla provincia di Roma. Ben 1050 i ragazzi da lui allenati in carriera: “Ringrazio tutti coloro che ci hanno dato fiducia dal 1994 – afferma De Fidio – abbiamo sempre insegnato la tecnica di base del portiere con metodologie figlie di anni di studio ed esperienza. Non smetterò mai di ripeterlo: non ci si può improvvisare preparatori di portieri se non si possiedono le competenze specifiche. Gli istruttori improvvisati fanno nei giovani allievi dei danni irreparabili”.
Nato a Barletta, ma romano d’adozione dove vive all’Eur, dopo aver in carriera indossato le gloriose casacche del Banco di Roma e della Romulea, De Fidio è davvero un personaggio unico che ha dedicato la maggior parte della sua vita alla formazione tecnica dei giovani sul rettangolo di gioco. E il bravo istruttore non è quello che arriva primo in classifica, ma quello che riesce sempre a migliorare le potenzialità tecniche del singolo, individuandone limiti e carenze per apportare correzioni e miglioramenti allenamento dopo allenamento, contribuendo così alla loro crescita sia in termini strettamente tecnici ma anche caratteriali perché il portiere deve avere personalità dentro e fuori il rettangolo di gioco. A volte De Fidio con i suoi allievi può apparire duro e severo ma è solo una questione di disciplina da trasferire anche fuori il campo: “Non è una questione di severità – spiega l’ex portiere delle giovanili della Juventus – ma di educazione alla vita di tutti i giorni oltre che di formazione sul campo: credo che il ruolo di un istruttore sia anche quello di saper sviluppare le motivazioni giuste in ogni singolo allievo, a renderlo consapevole dei propri obiettivi, valorizzando ogni suo progresso per aumentarne l’autostima, l’autorevolezza tra i pali per guidare i suoi compagni dalla porta”.
De Fidio, che in carriera ha avuto nella sua scuola portieri del calibro dell’attuale nazionale Mattia Perin, ma anche importanti numeri uno come Storari e Anania, ribadisce sempre l’importanza nel portiere di saper anticipare, prerogativa che occorre trasferire anche fuori il rettangolo di gioco:
“Saper leggere le situazioni, le dinamiche di un’azione avversaria per riuscire a prevedere l’evoluzione delle giocate e guidare i compagni di reparto al miglior assetto difensivo. Questa capacità di saper anticipare è una caratteristica che ogni portiere deve saper trasferire nella vita di tutti i giorni. Se i compagni ti riconoscono queste qualità diventi per loro un punto di riferimento importante non solo sul campo”.
Ad accompagnare il direttore della Scuola Numero Uno, in questa 30^ edizione del Camp, c’erano sul campo i collaboratori tecnici Simon Grech, Leopoldo Tossini, Federico Talocci, Roberto Polverelli, Mario Marchetti, Lorenzo Mastrangeli e il tecnico Riccardo Benotti in versione calciatore, con il prezioso lavoro in segreteria della consorte Giovanna Izzo, insostituibile da sempre nel suo ruolo di coordinatrice.
In questa ultima edizione si sono distinti Lorenzo Campigli (2007, Empoli), Lorenzo Latini (2006, Roma), Dylan Luca Pianesi (2008, Washington), Antonio Inglese (2005, Manziana), Daniele Duri (2009, Roma), Luigi Capasso (2010, Roma), Giuseppe Carsillo (2010, Roma), Emanuele Mazzotta (2011, Roma), Christian Mennuti (2006, Roma), Matteo Grillo (2007, San Benedetto del Tronto), Alessandro Mosciatti (2007, Roma), Christian De Iulis (2006, Aprilia), Giorgio Scopel (2007, Rieti), Francesco Ferraro (2005, Roma), Enrico Placidi (2009, Roma), Dimitri Zema (2007, Roma), Mattia Carollo (2002, Palermo), Alessandro Boi (2009, Rimini), Damiano Braia (2006, Roma), Luca Benedettini (2012, San Marino), Davis Massari (1996, Cascia), Lorenzo Beligni (1998, Grosseto), Andrea Zannino (2000, Pisa), Davide Aversa (2001, Roma), Nicolò Zanotti (2004, Toscanella di Dozza).
Per capire l’importanza di 30 anni di Camp basta leggere la lettera che un suo ex allievo di Castiglione del Lago, Gianluca Piervittori, poi laureatosi brillantemente a conferma di come si possa essere vincenti dentro e fuori il rettangolo di gioco, che ha scritto al direttore De Fidio:
“La scuola dei portieri Numero Uno è uno dei ricordi più belli della mia gioventù e sono sicuro che lo sia per moltissimi ragazzi che, nei vari anni, hanno avuto la possibilità e la fortuna di conoscervi. Un’organizzazione impeccabile, strutture perfette, esperienze meravigliose e uno staff di qualità assoluta. Grazie perché ci avete fatto sognare, grazie perché ci avete fatto toccare con la mano i nostri sogni di giovani portieri che avrebbero voluto difendere i pali della Nazionale, grazie perché avete costruito legami forti, a volte fraterni. Grazie per tutte le gocce di sudore che ci avete fatto versare sotto il sole di luglio, grazie per tutte le divise da portiere fighissime che ci avete dato e grazie per le emozionanti sfide ai rigori. La Scuola Numero Uno non finisce, rimarrà sempre una parte di noi”.
“Il portiere secondo me”: molto più che un titolo. Dentro c’è tutta una scuola di vita oltre che di calcio. C’è la poesia, c’è la passione, c’è un entusiasmo per tutti i numeri 1. C’è l’amore per lo sport. L’amore per la vita che inizia tra i pali di una porta.