Uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Un leader nato, un organizzatore del gioco, mediano, libero, di lui resterà per noi leggendaria la famosa semifinale Italia Germania dove volle giocare anche col braccio al collo. La posizione è estremamente disagevole per chi deve costantemente coordinarsi al tiro e alla ricezione del pallone, agli scatti, alle brusche fermate e veloci cambi di velocità e di positura del corpo.
Aveva settantotto anni e da tempo era ammalato. Ieri l’addio alla vita, solo poche ore fa la famiglia ha dato la notizia ufficialmente.
Ha vinto il mondiale nel 1974, come giocatore. Ma l’ha vinto anche come allenatore della Germania nel 1990 – impresa assai rara, riuscì solo a Descamps e a Zagallo. Pallone d’Oro nel ‘72 e nel ‘76. Da centrocampista trovò più giusta però la posizione in campo di arretrato fino a personificare il ruolo del libero. Dietro a tutti gli altri giocatori ne determinava però le sorti fondamentali impostando il gioco di fatto come un regista. In Germania fu soprannominato Kaiser per l’autorità e la personalità tra i compagni di gioco.
Finì la sua carriera nel Cosmos nel 1983. Quasi automatico il ruolo di allenatore, lui che di fatto era stato un allenatore in campo anche nella sua Germania Ovest. Come Mister lo vediamo dal 1984 al 1990 nel Mannschaft. Ma si conquista i galloni di una squadra ben più blasonata. Negli anni Novanta fa l’allenatore al Bayern Monaco. Di nuovo lo troviamo nel ruolo di organizzatore del Mondiale in Germania nel 2006. E sempre il Bayern lo acclama presidente, poi presidente onorario e dopo ancora testimonial. Tutto tra il 1994 e il 2009.
“Frank Beckenbauer è stato sicuramente il più grande calciatore tedesco di tutti i tempi e, soprattutto, una delle persone più grandi che abbia mai incontrato”. Così lo ricorda la Federazione Calcio tedesca in un comunicato uscito alla notizia della sua morte.