Bologna, 8 gen. – Quella del comparto dei congressi e degli eventi aziendali, che ha un indotto diretto sul Pil di oltre 36 miliardi di euro e che occupa 570.000 addetti, è una crisi senza precedenti che deve essere affrontata dal Governo con misure specifiche e a largo respiro temporale
L’allarme arriva da Federcongressi che ricorda come il “susseguirsi di varianti del virus e le relative restrizioni internazionali impediscono la certezza di programmazione e svolgimento di congressi ed eventi aziendali non solo nell’anno in corso ma anche nel 2023”
Le associazioni del settore riunite in Italialive chiedono quindi con estrema urgenza la convocazione di un tavolo governativo al quale sottoporre la richiesta improrogabile di misure di sostegno per le imprese della meeting industry. Riduzione contributiva, prolungamento della cassa Covid e contributi a fondo perduto sono alcune delle misure che il comparto ritiene “imprescindibili per non causare il fallimento di migliaia di imprese e il licenziamento di migliaia di lavoratori”
Dopo la parvenza di ripresa nei mesi estivi e autunnali, il settore “si è nuovamente fermato, e sino a data da destinarsi”, afferma Salvatore Sagone, presidente del Club degli eventi e della Live Communication e portavoce nei rapporti con i media di Italialive. “Da metà novembre congressi ed eventi sono stati cancellati o rinviati, anche di un anno, gettando in fumo il lavoro di mesi e non dando certezze per la riprogrammazione futura. Lo stato di crisi del nostro comparto significa mettere in ginocchio agenzie di eventi, congressi e comunicazione; aziende di banqueting e catering; fornitori di tecnologia audio-video; società di trasporti; società di allestimento; interpreti; fioristi; artisti e le tante altre maestranze coinvolte nella realizzazione di congressi ed eventi. Per non parlare, poi, di location, centri congressi e alberghi”
Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi e portavoce dei rapporti istituzionali e politici di Italialive sottolinea che lo scorso anno “il Governo ci ha supportati con ristori e sostegni che hanno permesso alla maggior parte delle nostre imprese di sopravvivere, ma non basta”. “Il nostro è senza dubbio il settore più colpito dalla pandemia. Siamo stati i primi a chiudere e gli ultimi a ripartire ma la nostra è sempre una falsa ripartenza, sempre condizionata dall’andamento dei contagi, anche a livello internazionale”. Da un giorno all’altro, infatti, “sono cancellati congressi ed eventi che hanno richiesto mesi di impegno e ingenti risorse umane per la loro progettazione. Siamo imprese e professionisti che lavorano e lavoreranno non solo quest’anno ma anche il prossimo nella più totale incertezza. Per questo è necessario che il sostegno del Governo continui in maniera strutturata e costante almeno sino al 2023”, conclude Albarelli
Francesca Romana Cristicini