Roma, 31 ago. – “Già a dicembre 2021, quando il costo del gas era salito da 23 a 70 centesimi al metro cubo, avevamo fermato i forni. A quel punto, ho rinegoziato i contratti con i clienti e ottenuto che mi pagassero in base all’andamento del prezzo del gas con un tetto fissato a 1,50 centesimi al metro cubo. In meno di sei mesi ho fatturato 50 milioni, ma poi lo scorso 31 luglio la macchina si è fermata di nuovo: dai 90 centesimi al metro cubo di dicembre siamo arrivati a 1,80 euro, poi a 2,80 ad agosto”
Lo ha dichiarato Francesco Borgomeo, presidente di Unindustria Cassino e alla guida della Saxa Gres di Anagni, in una intervista al Corriere della Sera. “A quel punto- ha spiegato- abbiamo dovuto interrompere la produzione e attivare la procedura di cassa integrazione, immaginiamo fino alla fine dell’anno, nonostante siamo strapieni di ordini. In questi giorni i nostri responsabili commerciali sono in Germania, che copre il 50 per cento dell’export, a trattare la vendita di grosse forniture anche se non possiamo concedere la penale in caso di mancata consegna. Nel primo semestre di quest’anno la spesa energetica è stata di 22 milioni, nel 2021 era stata di sei. Per non parlare del pallet che è triplicato: da 8 a 23 euro”
“Sicuramente la soluzione da adottare nell’immediato è il prezzo al tetto del gas: se il governo dovrà pagare il differenziale, avrà un costo inferiore alle possibili ricadute sociali e al rischio di un lockdown energetico. E poi bisogna imporre senza deroghe la rateizzazione in 24 mesi delle bollette del secondo semestre di quest’anno altrimenti sarà scacco matto, altro che la Grecia, possibile che nessuno se ne renda conto?” ha concluso Borgomeo
Francesca Romana Cristicini