● Come è iniziata la tua passione per l’architettura? Ci parli del tuo percorso tramite essa fino ad arrivare allo studio applicato della Bioarchitettura.
“Mi sono l aureato nel 1997 presso il Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura.
In ben oltre 13 anni di attività, ho sperimentato progetti di nuova costruzione, di recupero di residenze moderne e storiche seguendo i principi della bio-architettura, dell’architettura sostenibile e del risparmio energetico.
Ho approfondito le mie conoscenze nel campo della sostenibilità frequentando diversi corsi di alta formazione, tra cui: 2010-2011 Climate KIC programme Pioners into Practice: comprehensive strategy for climate change innovation and management of system innovation for the transition to a low-carbon economy in Europe. Regione Emilia-Romagna, ASTER. 2001-2003 Corso di specializzazione triennale in bio-architettura, con particolare attenzione ai materiali e alle nuove tecnologie ecosostenibili e all’ Alma Mater Studiorum Bologna, Facoltà di Ingegneria, in coordinamento con INBAR.”
● Se parliamo di architettura ecologica, bioedilizia, bioclimatica, bioarchitettura, edilizia sostenibile ed edilizia verde, di cosa stiamo parlando esattamente?
“Anche se spesso tali termini sono usati come sinonimi, ciascuno di essi cela diverse correnti di pensiero.
Ad esempio Bioclimatica, è il temine più maturo per età, riflessioni, applicazioni. Introdotto negli anni ’70, oggi si orienta verso valutazioni prestazionali, controllo dei parametri, tecnologie integrate, sistemi di riscaldamento e raffrescamento, incremento della luce naturale e simili, ponendo in relazione l’edificio con gli elementi quantificabili esterni.
L’attenzione del processo costruttivo alle sue finalità, di matrice tedesca, Baubiologie, è la Bioedilizia, che distingue tra due parametri, non sempre convergenti: il problema energetico (eco-sostenibilità, comprendente anche i materiali), declinati “dalla culla alla tomba” e “garantendo le generazioni future”. Se l’ingegneria verde, con la fuga in avanti connessa con l’adesione tecnologica è di stampo anglosassone.”
● Si può assereri che la Bioarchitettura rigenera l’anima piu profonda degli edifici ? Perché anche gli edifici e i luoghi che li sorreggono hanno una storia, un essenza di vissuto particolare…
“Certo! Vede l’essenza dell’ecologia nella durata del manufatto, è perseguibile più che attraverso stratagemmi tecnologici, mediante l’attribuzione di significati.
Per trasformare una sommatoria di tecnologie e materiali, ovviamente biocompatibili ed ecosostenibili ,nella casa dell’uomo è necessario coinvolgere tradizioni , codici, linguaggi del luogo, adottando scelte consapevoli e responsabili.
La razionalistica coerenza tra forma e funzione perde così di significato, sostituita dalla verifica circa la facilità di antropizzazione nello spazio, la percezione del “sentirsi a casa”, la possibilità di mettere radici. Si tratta di una sorta di “nuovo umanesimo” che pone la vita e la sua qualità come obiettivo primario del progetto.
“Tempo e spazio”, riferimenti classici dell’architettura, vengono letti come necessità di adesione alla storia e alla geografia, cioè alle “persone e ai luoghi”. La rottura con il funzionalismo (la casa come macchina per abitare e il territorio come superficie indifferente) e con il formalismo (autoreferente e spettacolare) è divenuta ideologica.”
● Per concludere ci parli dei suoi ultimi progetti in cantiere
“Attualmente mi sto occupando di ricerche nell’ambito dell’architettura percettiva emozionale, redazioni di progetti di resaturo e rigenerazione architettonica, di architettura e riqualificazione energetica, di retrofit e sviluppo sostenibile di aree verdi tramite lo sviluppo di progetti di interior design per spazi abitativi, ricettivi e commerciali, concepiti secondo il principio della bioarchitettura, dello sviluppo sostenibile e del risparmio energetico.
Siamo immersi nel coordinamento e gestione delle attività di progettazione ecosostenibile e restauro per il settore pubblico, privato ed ecclesiastico, gestione della parte economica dei progetti, dei rapporti tra la committenza e le imprese dalla fase di progettazione alla direzione lavori e dei materiali ecocompatibili nel campo delle costruzioni.
Uno degli ultimi lavori che stiamo completando e di cui parlo con estremo orgoglio è la ristrutturazione di Palazzo Gulinelli di Ferrara. Fortemente voluta dalla Fondazione Canonici Mattei che ha tenuto che si vedessero a distanza i secoli di stratificazione dell’edificio.
Il nostro team lo sta ristrutturando a fondo, per riportarne alla luce l’anima strutturale. Una chicca avvenuta durante i restauri…
È stata rinvenuta una decorazione in cotto del vecchio portico, probabilmente risalente all’edificio del 1500, e un sistema di protoclimatizzazione che è un sistema di aereazione e riscaldamento di epoca vittoriana.
Vorrei ringraziare anche l’ Ing. Eugenio Artioli mio socio e collaboratore alla Binario Lab srl.”