Antonio Balbi, di Roccagloriosa cittadina situata nel parco nazionale del Cilento, nasce nei primi anni del Sessanta.
Antonio Balbi da Roccagloriosa
La sua pittura si caratterizza nelle mille sfaccettature dei colori, e lo identifica, quale pittore italiano che più rimarca l’utilità del cromatismo acceso, evidenziatore delle comuni esigenze antropologiche. Rosario Bortone da Camerota, pittore, attore e poeta dialettale del Cilento, incoraggiò Antonio Balbi ad intraprendere l’arte pittorica. L’artista, perfezionatosi all’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma, si trasferì in Germania, a Frankfurt am Main, nel quartiere Sachsenhausen, il quartiere sulla riva sinistra del fiume, dove vivono artisti e intellettuali provenienti da ogni continente, dove si trovano i più importanti musei e gallerie dell’Assia, e dove la sua opera venne definita dalla critica tedesca “poesia visiva e narrazione emotiva archetipica”, qui ci fu l’incontro con un’altra fuggiasca dall’Italia, Marcella Continanza, giornalista, poetessa e scrittrice sensibile, ideatrice del “Festival della Poesia Europea”, l’iniziativa di Francoforte sul Meno, che si inserì molto bene con il suo simbolo nella città di Goethe e nel libro degli eventi importanti per la sua vocazione interculturale e internazionale. Marcella Continanza, riposa dal 29 Aprile 2020, nel cimitero monumentale di Francoforte, l’Hauptfriedhof, nel rasengräber, nella eckenheimer Mauer, che è l’area della sepoltura; Marcella, ideò questo suggestivo omaggio alla poesia, anche per raccontare l’Europa con la voce dei suoi poeti, che con le loro opere contribuiscono a tracciare un quadro variegato di tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali. Un’Europa ricca di umori fecondi e di vivaci contraddizioni. Chiedersi dell’Europa poetica, è chiedersi della storia europea, delle sue tradizioni, del suo patrimonio culturale.
I libri, sono la testimonianza dei nostri valori sociali e culturali, sono strumenti di dialogo e un mezzo d’informazione, così come lo sono i colori dell’Arte. È questa la motivazione che avvicinerà Antonio Balbi allo studio della cromoterapia, in simbiosi collaborativa con medici e clinici per risolvere anche suoi personali problemi, responsabili di una profonda depressione.
Antonio Balbi pictor
Impegnato per la salvaguardia dell’ambiente ed in difesa del diritto al lavoro, Antonio Balbi riesce a dedicare gran parte della sua attività di pittore ed espositore, donando numerose opere a fondazioni ed associazioni che, a vario titolo e nei modi più diversi, sono impegnate nelle cause che riguardano l’UNICEF, Telethon, l’associazione Bambini in Emergenza, l’Istituto Antoniano di Bologna, ed altre istituzioni in aiuto di chi ne ha bisogno. Antonio Balbi è cittadino del mondo, e come tale si esprime in italiano, tedesco, inglese, spagnolo, turco, francese e portoghese. Bertolt Brecht ricordava in un aforismo che tutte le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte; che è quella del vivere!
Antonio Balbi da Roccagloriosa nel suo studio
Ispirandosi alla terra del Cilento, compone le opere pittoriche della serie “Viaggio verso il confine”, dove il pathos si percepisce dal colore che delinea spazi e territori narrandoli liricamente attraverso cromie che si rincorrono nelle loro infinite sfaccettature dando così forma a gradazioni, con pennellate libere e strati di colore densi e corposi, che trattengono l’eco di atmosfere sognanti di paesaggi, ricchi di fulgide e diafane visioni della memoria, dove la catena delle esistenze è un continuo riproporsi dell’Essere, abitante di questo pianeta. Al viaggio fa riferimento la serie “i pesci”, nell’universo acquatico. Il viaggio è il sogno di Odisseo nella sua visione più ampia e onirica alla ricerca del proprio io nell’abbraccio con la sonorità del verso poetico di antica tradizione della grande Éllade nella malia delle Sirene, fantasmi dell’arcipelago di Ikitikì luogo immaginario raggiungibile attraverso indicazioni fantastiche legate al mistero delle costellazioni, alla magica danza dei delfini, al tuffo nel mare della diafana luna.
Antonio Balbi da Roccagloriosa nell’omaggio postale a Vittorio Sgarbi
Ed ecco la comparazione tra il mito di Polyphemo e gli dei della fecondità: da Rana Niejta dea lappone della primavera protagonista della Casa del Sole fino a Mastro Trenta Centimetri con la Chitarra in Mano, interpretazione sagace del Priapo greco, che cerca di nascondere la sua dotata fattezza coprendosi con lo strumento musicale. Nella visione dell’artista la fertilità è da intendersi quale energia e vitalità, capacità e voglia di produrre idee, ingegno, bellezza e poesia ed è, quindi, caratteristica precipua dell’artista nell’esplosione vitale della sua mente germinativa. L’omaggio che l’artista fa ai Maestri dell’arte pittorica, si esprime nei dipinti più famosi: dalla Dama con l’ermellino di Leonardo al Bacco di Caravaggio, dalla Danae di Tiziano alla Madonna con Bambino di Paolo de’ Matteis.
L’artista non è più disumano e avulso da qualsiasi sentimento, ma si riscatta amando profondamente senza remore, così come quel Polyphemo mitico, capace di sedurre la sensibilità pittorica di Gustave Moreau, precursore del simbolismo e del surrealismo, che lo rese soggetto ahimè, di molti, intensi e malinconici dipinti. L’interpretazione artistica e libera che Antonio Balbi compie nel ricordo del mitico Polifemo, non è altro che riconoscere i tratti che dall’inconscio sono apparsi nel sogno dell’artista, prendendo coscienza del palo conficcato dentro quell’unico occhio, memore di sconfitta.
Pop Art nel segno di Balbi da Roccagloriosa
Alla Andy Warhol e alla Pop Art, è il Cristo senza croce, un’iconografia semplice, stilizzata ed essenziale dove il messaggio è profondo e potente, e la croce riporta alle sofferenze dell’esistenza. È l’arte pittorica, è l’intenso colore che lo invischia compiacendolo nel dialogo universale, è il linguaggio della vera arte che gli permette di comunicare con chiunque. È negli atelier tedeschi che ad Antonio Balbi venne l’idea illuminante di dare vita a un’associazione che agisse nel sociale, che premiasse l’eccellenza e avesse l’architettura di un ponte sospeso tra la Germania e l’Italia. Così, nel 2006, fondò l’associazione no profit, “Il Ponte sul Meno”, per celebrare l’italianità nell’amicizia tedesca di ampio respiro, dando l’aiuto ai bisognosi nel ricordo della storia delle origini di Francoforte, per unire la sponda sinistra alla sponda destra del Main. È questo respiro di fratellanza che unisce l’artista a Marcella Continanza entrambi sotto la quercia di Goethe nella lettura della poesia di Michela Zanarella, sacerdotessa dei sentimenti:
“Aver riconosciuto la libertà
nell’aria discreta che mormora luce
agli alberi e fa felici le cose intorno
nel punto più interiore.
Respirare.
Che fortuna avere fiato abbastanza
per pronunciare parole che sanno di resina
dentro hanno tutta la fiducia delle cortecce
sfiorate al cuore da un vento sottile.”
Nelle edizioni annuali del Deutsches Filmmuseum in Frankfurt, struttura di 2 piani che mostra le origini del cinematografo fino alle più moderne tecniche cinematografiche, l’artista Antonio Balbi di Roccagloriosa, conferisce riconoscimenti appositamente realizzati agli artisti prescelti.
Nelle scorse edizioni, sono stati premiati: Roberto Benigni, Giuseppe Tornatore, Luigi Comencini, Federico Moccia, Vittorio Sgarbi.
La serie Cristo senza Croce venne donata a Bruno Vespa, che provvide a mettere all’asta le opere di Antonio Balbi per raccogliere fondi in favore dei terremotati dell’Aquila.
L’associazione “Ponte sul Meno”, è una realtà che agisce in silenzio, senza proselitismo o protagonismo. L’umiltà è il suo punto di forza così come traspaiono gli illuminati divini!
Non ci resta che immaginare un viaggio accompagnati dal maestro Antonio Balbi da Roccagloriosa.
Giuseppe Lorin