Se ne va così, a causa delle conseguenze di una caduta, il grande compositore, musicista, direttore d’orchestra e arrangiatore italiano originario di Arpino in provincia di Frosinone ma nato a Roma il 10 novembre 1928.
Morricone aveva studiato al Conservatorio romano di Santa Cecilia nel quale si era diplomato in tromba.
Artista metodico e geniale ha fatto della versatilità la sua caratteristica, misurandosi con una prolifica produzione musicale che va dalla scena classica a quella delle colonne sonore per i film e le serie TV, con uno sguardo sempre attento alla contemporaneità – come giovane arrangiatore della RCA, infatti, aveva contribuito anche a formare il sound degli anni sessanta italiani – confezionando brani come “Sapore di sale”, “Il mondo”, “Se telefonando”, e i successi di Edoardo Vianello.
Dal 1946 si era dedicato alla musica classica ma ciò che lo ha consegnato all’immortalità facendolo conoscere da tutto il mondo furono le musiche composte per il genere degli “spaghetti-western” all’italiana, che lo hanno portato a collaborare con registi come Sergio Leone.
Morricone realizzò decine di colonne sonore, per registi italiani e stranieri: scrisse le musiche per “I giorni del cielo” di Terrence Malick, “Mission” di Roland Joffé e “The Untouchables – Gli intoccabili”, di Brian De Palma.
Nel 2007 vinse un premio Oscar alla carriera.
Impossibile dimenticare le parole commosse che rivolse alla moglie, compagna fedele di molti anni, a cui dedicò l’Oscar per la miglior colonna sonora ricevuto nel 2016 per “The Hateful Eight”, di Quentin Tarantino.
Sono davvero tanti i primi che Morricone ha ricevuto, tra essi il Leone d’Oro alla carriera, tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei Bafta, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Polar Music Prize.
Molto prolifica la collaborazione anche con Giuseppe Tornatore, del cui film “Nuovo Cinema Paradiso” ha composto l’indimenticabile colonna sonora.
Il genio di Morricone ci suggerisce che non è mai una questione di “generi” a fare la differenza: ma è sempre una questione di impegno che ci porta ad un buon risultato, che ci porta alla “buona musica”, latamente intesa.
Del resto era noto per lo zelo, fuori dal comune, di cui era dotato e che traspare anche da una sua celebre dichiarazione: «Nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine, o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata».