I nonni sono un dono, questo è certo, talmente immenso da esser festeggiati il giorno in cui si celebrano gli angeli custodi: il 2 ottobre.
A volte, purtroppo sono anche altro, modelli da non seguire, personaggi fuori dalle righe e non propriamente politically correct come ci vengono consegnati dalla letteratura dell’infanzia (basti pensare alla nonna di cappuccetto rosso) o dalle fiction per famiglie (il grande Lino Banfi in nonno Libero).
La figura del nonno è stata vivacemente rappresentata e sdoganata già da molti anni da un cartone irriverente come “I Simpson”; utilizzata da un film come “Il padrino” per riabilitarne almeno umanamente il protagonista, che muore proprio dopo aver giocato a nascondino col nipote; fino – in tempi più recenti – al meraviglioso nonno Edwin del film “Little Miss Sunshine”, strepitoso esempio di come il ritratto strampalato di un nonno dal passato hippie – nella sua imperfetta e insolente autenticità – possa dimostrarci che la sensibilità, libera dagli stereotipi, è l’unica chiave per entrare in una relazione d’affetto e sostegno con la nipote.
In questo film, il viaggio che intraprende un clan familiare – dai precari equilibri – è solo l’occasione per raccontare le fisiologiche frustrazioni e idiosincrasie proprie di ogni famiglia che si rispetti, il linguaggio grottesco e divertito ne riscatta i protagonisti, tutti lontani come sono dai modelli di perfezione estetica, etica e sociale che ci si aspetta e che ognuno di noi finge di incarnare nel teatrino di apparenze borghesi nel quale pone la propria vita.
L’imperfezione di un modello, familiare, genitoriale, affettivo rappresentato in maniera tragicomica nel cinema ci restituisce nella sua autenticità la complessità delle relazioni umane e familiari, il dolore e l’incomprensione che animano tutte le famiglie, soprattutto quelle che finiscono in Tribunale. Questo perché fuori dai contesti patinati e dai ruoli precostituiti ci sono le persone per come realmente sono, in tutta la loro imperfezione. La giurisprudenza intercetta queste imperfezioni e tenta di offrire delle soluzioni fornendo dei bilanciamenti valoriali che pongano delle tutele e che diano delle risposte.
Ma quali sono i diritti dei nonni? E in caso di conflittualità con i genitori, quali sono le tutele che l’ordinamento accorda loro?
Il nostro codice civile riconosce espressamente ai nonni il diritto di frequentare e mantenere “rapporti significativi” con i nipoti e se questo diritto viene violato i nonni possono rivolgersi al Tribunale ed ottenere un provvedimento che – tenendo conto ovviamente dell’interesse del minore – stabilisca un adeguato regime di frequentazione tra nonni e nipoti.
Ciò vale non solo per gli ascendenti biologici, ma anche per i nuovi coniugi o nuovi compagni dei propri nonni.
Ma cosa accade se sono i nonni a non esser adatti a frequentare i propri nipoti?
Se al cinema una narrazione ironica di un nonno un po’ sopra le righe, come quello del film Little Miss Sunshine, riabilita il personaggio in considerazione dell’apporto affettivo che dà alla crescita della nipote, nella realtà non è sempre così.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione in una recente sentenza (n. 9145/2020) nella quale si chiarisce che il riconoscimento del diritto del nonno a frequentare il nipote è subordinato ad una valutazione del giudice avente di mira l’interesse esclusivo del minore, configurabile quando il coinvolgimento dell’ascendente si sostanzi in una fruttuosa cooperazione con i genitori per l’adempimento dei loro obblighi educativi, tale da consentirgli di contribuire alla realizzazione di un progetto educativo e formativo volto ad assicurare un sano ed equilibrato sviluppo del nipote.
Come più volte affermato dalla Suprema Corte, il diritto di instaurare e mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, costituisce una posizione soggettiva piena soltanto nei confronti dei terzi, rivestendo invece una portata recessiva nei confronti dei minori, titolari dello speculare quanto prevalente diritto di conservare rapporti significativi con i parenti: è stato infatti precisato che tale diritto non ha carattere incondizionato, essendo il suo esercizio subordinato ad una valutazione del giudice avente di mira l’interesse esclusivo del minore, e potendo quindi essere escluso o assoggettato a restrizioni qualora non risulti funzionale ad una crescita serena ed equilibrata di quest’ultimo, in quanto la frequentazione con i nonni comporti per il nipote un turbamento e un disequilibrio affettivo.