Quali sono le carte da gioco italiane?
Da secoli le carte da gioco sono lo strumento più comune per favorire i passatempi degli italiani. Le carte sono per tutti: sia per i più grandi sia per i bambini. Si tratta di tessere di forma rettangolare che il più delle volte, però. non presentano degli angoli appuntiti. Quando si pensa alle carte da gioco tradizionali vengono subito in mente quelle francesi, con cuori, quadri, fiori e picche. In realtà, la storia delle carte è molto complessa ed esistono anche numerosi mazzi prettamente italiani, che sono stati sfornati esclusivamente dallo Stivale. Non esiste un mazzo standard per l’Italia, bensì sono stati prodotti nel tempo diversi mazzi di carte da gioco regionali italiane. Le differenze, però, non sono così rilevanti e chi conosce anche solo uno di questi mazzi saprà giocare tranquillamente anche con gli altri. Si compongono tutti di 40 unità divise in 4 semi: i numeri vanno dall’1 (rappresentato dall’asso) al 7 e vi sono 3 figure, senza jolly. Purtroppo, anche queste versioni delle carte contribuiscono al fenomeno del gioco d’azzardo patologico ancora oggi combattuto. La loro prima comparsa è datata 1377.
Carte da gioco napoletane
Molto probabilmente le carte da gioco italiane più conosciute sono quelle utilizzate a Napoli, che richiamano uno stile spagnolo. I semi sono i bastoni, le spade, le coppe e i denari. Anche al di fuori della Campania è facile imbattersi in questo tipo di mazzo, che risalirebbe a circa 400 anni fa, a giudicare dal look, dal vestiario e dal contesto relativi alle figure rappresentate. La maschera che compare nel 3 di bastoni è nota come “Gatto Mammone” a causa dei lunghi baffi da felino, nel 5 di spade è raffigurata curiosamente una scena di lavoro nei campi. È tra i denari, però, che si nascondono le carte da gioco napoletane più ambite di alcuni di giochi. Il re è noto come “la matta” perché nel 7 e mezzo può comportarsi come un jolly e acquisire qualunque valore a discrezione dei giocatori, mentre il 7 d’oro è conosciuto come “settebello” nella scopa e da solo attribuisce un punto al giocatore che riesce a prelevarlo dal tavolo. Non deve sorprendere se questo tipo di mazzo è molto diffuso anche sulle piattaforme di gioco del web. In questi anni migliaia di utenti hanno trovato un loro spazio virtuale come ad esempio la bbet, , in cui tra le altre cose è disponibile anche il gioco del sette e mezzo. Le carte napoletane, dunque, hanno finito con l’invadere anche la rete, dunque.
Carte da gioco siciliane
Anche le carte da gioco siciliane ricorderebbero quelle utilizzate in Spagna. Si parla di mazzi antichi e specialmente a Palermo si vanta una grande tradizione con le carte. I bastoni sono meglio noti come “mazze”, invece del fante vi è una donna e anche in questo caso il re di denari ha un’importanza rilevante. La dimensione delle singole carte è più esigua di altre tipologie di carte da gioco. Solo gli assi sembrano essere stati piuttosto curati in fase di realizzazione e non mancano apparizioni di elementi non presenti nelle altre carte regionali: nel 3 di denari è presente addirittura la trinacria, la figura della donna a 3 gambe, simbolo della Sicilia. Pare che questo tipo di mazzo abbia preso ispirazione dal Tarocco locale, che però comprendeva molte più carte.
Carte da gioco piacentine
Le carte da gioco piacentine sarebbero state importate nel corso dell’occupazione dei soldati francesi, che erano soliti divertirsi con tipi di carte da gioco spagnoli, che avrebbero dato poi origine a quelle piacentine, molto diffuse soprattutto nell’Italia settentrionale e in quella centrale. Le figure sono tutte in piedi, l’asso di denari è chiamato “la Polla” e, almeno inizialmente, lo stemma della città di Piacenza era inserito nel 4 di denari. È a Ferdinando Gumppemberg e Lattanzio Lamperti, in primis, che si devono lo stile di disegno e la realizzazione di queste specifiche carte.