Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach, passata alla storia come Sissi, nasce nel castello di Possenhofen, a Monaco di Baviera, figlia del duca Massimiliano Giuseppe e della duchessa Ludovica. Sposa nel 1854 l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, divenendo così imperatrice d’Austria, regina di Ungheria, Boemia e Croazia.
Di leggendaria grazia e bellezza, il mito di Sissi è arrivato sino ad oggi e continua ad emozionare intere generazioni. Per quale ragione? Una spiegazione sembrerebbe darla lo storico Paul Morand, secondo il quale l’imperatrice “era una donna d’oggi con tutte le sue qualità e i suoi difetti, entrata nel XIX secolo come chi sbaglia di porta”. E sì che Sissi era ben diversa dalle aristocratiche dell’epoca. Insofferente alla vita di corte, per molti una Lady Diana del diciannovesimo secolo, passava le sue giornate esercitandosi fra scherma, equitazione e ginnastica. Nei palazzi in cui soggiornava aveva fatto allestire delle palestre attrezzate con pesi, sbarra e anelli e costringeva la propria dama di compagnia a interminabili passeggiate che duravano anche otto ore di fila. Ossessionata dal culto della bellezza, oltre che della magrezza, particolare cura riservava ai suoi lunghissimi capelli, che venivano pettinati per ben tre ore al giorno dalla sua parrucchiera di fiducia Fanny Feifalik.
Cinema e televisione non hanno mai fatto mancare il loro tributo all’Imperatrice. Nel 1955 Ernst Marischka realizza la pellicola Sissi, con una giovanissima e indimenticabile Romy Schneider nel ruolo di una Elisabetta sognatrice, quasi fiabesca, innamorata (ricambiata) dell’affascinante Franz Joseph, interpretato dall’attore austriaco Karlheinz Böhm. Il film ha un successo mondiale e, ben presto, seguono le produzioni Sissi, la giovane imperatrice (1956) e Sissi – Il destino di un’imperatrice (1957).
Soltanto pochi giorni fa, è stata trasmessa su Canale 5, in prima serata, la serie evento Sissi prodotta dalla tv tedesca RTL con Beta Film e presentata in anteprima mondiale a Canneseries lo scorso 11 ottobre. L’ultima puntata della serie andrà in onda questa sera e vede come protagonisti Dominique Devenport nel ruolo dell’Imperatrice e Jannik Schumann in quello di Franz Joseph. Da una parte una Sissi moderna, sexy e a tratti inaspettata, che evidenzia le fragilità, l’emotività e al tempo stesso la forza di una giovane imbrigliata, suo malgrado, nel rigido protocollo di corte. Dall’altra un Franz imprevedibile, a volte crudele, dal comportamento spesso poco lusinghiero.
Una Sissimania che ha contagiato anche la piattaforma statunitense Netflix che, a breve, lancerà la “sua” serie sulla giovane Imperatrice. Dopo period drama di successo come The Crown e Bridgerton, infatti, in primavera uscirà The Empress, sei episodi dedicati ai primi mesi di Sissi a Vienna. Devrim Lingnau vestirà i panni della giovane duchessa di Baviera mentre Philip Froissant interpreterà l’imperatore Franz.
Così dopo secoli è ancora immortale il fascino di Sissi. Certo, la sua non fu una vita facile. Si dice soffrisse di anoressia nervosa, probabilmente causata dallo stress della vita di corte ma anche da quel culto della bellezza che col passare degli anni diventava sempre di più un’ossessione. Vicende familiari gravi e dolorose, come il suicidio del figlio e principe ereditario della corona d’Austria, Ungheria e Boemia, Rodolfo d’Asburgo Lorena, il cui corpo venne ritrovato a Mayerling insieme all’amante, la baronessina Maria Vetsera, segnarono profondamente la sua esistenza. A cui mise fine, violentemente e per un incredibile scherzo del destino, l’anarchico italiano Luigi Lucheni il 10 settembre 1898 a Ginevra.
Chissà, forse oggi Sissi sarebbe una nota influencer, famosa in tutto il mondo per la sua bellezza, i suoi capelli lunghissimi, la forma fisica perfetta e, non da ultimo, la sua passione per i viaggi, exit strategy per fuggire dall’opprimente etichetta di palazzo e (soprattutto) dalla dispotica suocera Sofia di Baviera. Come una vera travel influencer l’Imperatrice visitò Merano, dove soggiornò al Castel Trauttmansdorff le cui stanze furono appositamente rinnovate e sontuosamente arredate; si ritirò spesso a Corfù, a Palazzo Achilleion, con una vista panoramica della città, a nord, e su l’intera parte meridionale dell’isola; passeggiò lungo le vie di Madeira, l’arcipelago portoghese nell’Oceano Atlantico che vanta un clima mite ed è pieno di bellezze da scoprire.
Un mito destinato a non tramontare, una fiaba (a volte amara) diventata leggenda, una giovane duchessa della Baviera che la Storia ha reso indimenticabile. Perché come scrive anche la sua biografa più famosa, Brigitte Hamann: “nel diciannovesimo secolo, in cui donne trentenni erano già viste come placide matrone, specialmente quando avevano avuto molti figli, l’imperatrice Elisabetta fu un fenomeno straordinario”.
Gaia Pandolfi