Il gusto dei mobilieri artigiani fanno, ancora oggi, riferimento ai canoni tradizionali fondamentali di estetica e di struttura che avevano ispirato i loro predecessori. Non sono pochi gli studiosi che vedono nello stile Impero un Luigi XVI più ostentato e orgoglioso, mentre la nostalgia rococò del Luigi Filippo deve forse la sua goffaggine all’incapacità di sottrarsi ai retaggi di un classicismo trasformatosi in rigidezza. Ma si può dire di più, ad eccezione dell’Art Nouveau, le linee essenziali che ispirarono gli ebanisti nella seconda metà del Settecento si prolungarono anche nel passaggio dal secolo scorso all’attuale e sono valide ancora oggi se pur in forme diverse nella interpretazione di intagli floreali, delle invenzioni dei moderni designer, e ci guarda con umiltà nella produzione più popolare dei semplici falegnami.
Emanuele Randazzo con un suo lavoro artigianale
L’artigiano più estroso da noi incontrato nell’area di Vigna di Valle, in via del Pepe, poco distante dal Castello di Bracciano, si esprime in preziosismi e raffinatezze attraverso la scelta dei materiali e l’impegno decorativo dedicato contemporaneamente all’arredamento di case, ville, appartamenti, di industriali, nobili e borghesi.
Sentiamo cosa ha da dire Emanuele Randazzo in merito al mestiere di ebanista che sembrerebbe sia in via di estinzione:
“Ho sempre avuto, fin da piccolo, la passione dei lavori di manualità. Grazie alle esperienze di vari lavori artigianali ho potuto sviluppare competenze e capacità che mi hanno permesso nel tempo la realizzazione di alcune mie opere di arredo. Ho sempre pensato alla figura dell’artigiano come una costola fondamentale per il nostro Paese Italia. Un Paese bello e pieno di arte di ogni genere.”
nel suo laboratorio creativo
Secondo te è un mestiere romantico confuso nella nebbia dei ricordi come una cartolina ingiallita nel tempo?
“La figura dell’artigiano sta scomparendo? Io credo di no! Sappiamo che esiste fin dalle antichità e, nonostante la continua evoluzione industriale che produce una miriade di prodotti replicati all’infinito, la figura dell’artigiano rimane sempre la meta per richiedere, con la sua capacità di manualità, il desiderio dell’oggetto unico, la realizzazione del sogno del committente, impossibile da replicare e mai uguale. Per cui nonostante viviamo in un mondo globalizzato, fatto da una grande distribuzione di prodotti standardizzati, tutti uguali, comunque rimaniamo sempre alla ricerca del prodotto particolare, originale e unico.”
cura dei particolari
Ed è proprio così, quante volte entriamo nelle case, nei negozi, negli uffici e notiamo che hanno degli arredi prodotti in serie dalla grande distribuzione?
“Infatti si tratta di arredi e complementi fatti in serie, come dici tu, tutti uguali magari molto belli ma che passano poi quasi inosservati. Quante volte invece, magari durante una visita ad un palazzo storico o magari in vecchie e nuove abitazioni proviamo meraviglia nel vedere un qualcosa che non rispetta la replicazione delle cose o, come diceva Pier Paolo Pasolini, l’omologazione industriale. Si rimane meravigliati nel vedere ogni singolo pezzo di arredamento diverso uno dall’altro e fatto sapientemente a mano con cura. Scatta la voglia la curiosità di chiedere, di capire chi abbia avuto tanta maestria, la storia d’origine, il curare i dettagli. Insomma, quello che voglio dire è di immaginare nelle strade una serie di utilitarie tutte uguali e poi in mezzo a queste passa un’auto d’epoca, sicuramente il nostro occhio andrebbe a focalizzare il passaggio di quest’ultima e magari ci faremmo delle domande sulla sua storia, su ogni pezzo dei suoi componenti fatti a mano, il tempo impiegato da quei meccanici per la sua costruzione, per l’assemblaggio.”
Cervantes rustico in stile Shabby
In questa epoca caratterizzata, dalla riproduzione seriale, rimane sempre il fascino del contrario e cerchiamo attraverso l’artigiano l’oggetto su misura, da realizzare a mano unicamente per noi e che difficilmente possa essere riprodotto uguale o comunque in modo industriale. Emanuele Randazzo è intento nella realizzazione di un mobile in stile shabby, dal significato elegantemente trasandato, uno stile che all’apparenza sembra trascurato e vecchio, ma in realtà è curato nei minimi dettagli. Lo stile shabby è romantico e spesso associato alle case di campagna o ai B&B di prestigio, dove questo stile è particolarmente utilizzato. Dalle case in campagna, ai loft in città fino ad arrivare alle case al mare, lo shabby è adatto a qualsiasi tipologia di casa. Nel suo laboratorio di via del pepe, attrezzata con arnesi a mano, forse tramandati da padre in figlio, e piccoli accessori elettrici è a lui che chiediamo creatività e attenzione legata al rispetto delle tradizioni.
“Ho sempre sostenuto che gli effetti della globalizzazione abbia anche negativamente portato alla perdita delle tradizioni, dei luoghi e perfino delle abitudini ed è grazie all’artigianato che le comunità cittadine ancora si rivolgono ai maestri dell’arte manuale che siano fabbri, muratori, falegnami che con il tramando delle tecniche professionali da padre in figlio, svilupperanno oggetti che rimarranno nel tempo.”
Grazie all’artigiano le comunità locali si rivolgono a lui, delegando il compito di rappresentare la tradizione locale, di ideare oggetti non riproducibili altrove, ma capita anche che alcuni manufatti artigianali a volte vengono prodotti in serie basta ricordare il burattino di Pinocchio, personaggio della letteratura italiana, che è stato prodotto nel racconto di Carlo Lorenzini da un artigiano di nome “Geppetto”.
“Ribadisco che la tradizione artigianale italiana non è affatto destinata a scomparire, anzi, credo che nei prossimi anni aumenteranno le richieste di professionalità basate su competenze individuali che le macchine non potranno mai sostituire, l’ingegno e la creatività rimarranno sempre come ho detto prima le doti dell’essere umano e il fascino del contrario che è, al contempo, tutti quei lavori basati sulla manualità creativa del sogno commissionato.”
Emanuele Randazzo in un momento di pausa
Emanuele Randazzo sottolinea che nonostante la nostra vita sia piena di apparati tecnologici, di informatica e robotica, è più che certo che nei prossimi anni il mondo del lavoro sarà caratterizzato dalla crescente richiesta di professionalità basata su competenze umane geniali che le macchine non possono rimpiazzare.
Conclude ricordando che così, come resiste la bellezza del tempo passato cosi resisterà la figura dell’artigiano ebanista nel presente e nel prossimo futuro.
Giuseppe Lorin