Alcune tradizioni sono dure a morire. Se si parla del tavolo verde, un’icona già impressa nella cultura popolare è rappresentata dalla roulette, un gioco che vanta almeno 4 secoli di storia. Non tutti, però, sanno com’è nata effettivamente questa attrazione e perché. In teoria, nel XVII secolo Blaise Pascal voleva solo condurre degli studi sui moti perpetui e realizzare un macchinario che si muovesse in autonomia, senza sfruttare fonti di energia prese in prestito dall’esterno. Pascal non voleva inventare un gioco e infatti la roulette iniziò ad apparire in Francia quando lo studioso era già passato a miglior vita. Di conseguenza, indicare con esattezza chi avrebbe inventato la roulette è ancora oggi impossibile.
Se si aggiunge che giochi simili come la “Girella”, il “Birbisso”, l’”Hoca” e il “Portique” circolavano da tempo, il quadro si complica. Altre teorie parlano di una roulette proveniente dall’Asia, ma di fatto le prime tracce storiche risalgono al 1716. Nel 1765, invece, al Palays Royal di Parigi fu possibile apprezzare per la prima volta una roulette con le fattezze che ben conosciamo. Da lì in avanti, complice il commercio via mare, svariate popolazioni sono entrate in contatto con questa attrazione, sviluppandone volentieri delle varianti alternative. Dopo qualche secolo anche molti vip italiani appassionati del tavolo verde hanno finito col dilettarsi in un gioco che un tempo sembrava solo di nicchia. In tutto, ai giorni nostri si contano 3 versioni della roulette.
La roulette classica presenta un disco il cui perimetro è segnato da 37 numeri, stampati su dei settori rettangolari e in pendenza, colorati di rosso e di nero. Unica eccezione in tal senso viene individuata nello 0, la cui casella è verde. I giocatori devono provare a prevedere il numero del settore sul quale si dovrebbe fermare una pallina lanciata da un croupier. Un po’ come nelle lotterie, tutto è legato al caso e alla fortuna. Anche studiando regolamento e come funziona la roulette la buona sorte è fondamentale. Forse è stata proprio la mancanza di grandi requisiti a spingere da subito molte persone a giocare alla roulette, alimentandone la nomea. Va da sé che in un gioco di questo tipo l’approccio è molto diverso rispetto al poker o al blackjack, in cui i calcoli matematici possono rivelarsi fondamentali.
La discriminante che salta fuori dalle varie versioni della roulette risiede nella regola dell’“en prison”, che blocca temporaneamente una puntata quando esce lo 0, per poi rimetterla in libertà successivamente. Nella roulette inglese non esiste questa regola e se la pallina finisce sulla casella verde non rimane che spartire equamente i soldi con la casa. La curiosità più interessante è però appannaggio della roulette americana, nella quale è presente lo 00, che si comporta proprio come lo 0. In questa versione i numeri arrivano dunque a 38 e, da un punto di vista puramente statistico, indovinare risulta ancora più raro.
A sua volta la roulette americana viene proposta in più salse nelle sale. In alcuni casi è possibile puntare su alcune serie determinate di numeri. Leggenda narra che le prime roulette siano state pensate proprio con 38 numeri e che siano stati proprio i giocatori americani ad aumentare la difficoltà del gioco in un secondo momento. Le versioni con 37 numeri, ad ogni buon conto, rimangono le più diffuse di tutte.