Fabio Colasante è nato a Nocera Inferiore il 27 febbraio del 1975, studia scultura con il Maestro Augusto Perez presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ed è proprio in quegli anni che si accosta con passione alla musica, specialmente quella elettronica che negli anni coltiverà sempre più attivamente fino a pubblicare due album con il progetto Microlux.
Artista poliedrico ed eclettico, dopo gli studi in scultura, approccia alla pittura guardando inizialmente ad un certo surrealismo di matrice iberica e da lì in poi, passando anche per l’informale e il materico ,sviluppa un linguaggio pittorico molto personale che consiste in un figurativo decisamente fuori dagli schemi. Nelle sue grandi tele campeggiano pinne di balena, grandi ali, corpi nervosi e becchi di pellicani che diventano linee di orizzonte, e che sulle prime spiazzano lo spettatore che è costretto a percorrere con gli occhi questi grandi spazi pittorici. Suggestioni romantiche e oniriche che scaturiscono da immagini selvagge e mitologiche che non lasciano certezze ma tanti interrogativi sulla “mission” dell’esistenza umana.
Anche la tecnica pittorica è molto simile ad un rituale: la tela viene dapprima letteralmente sporcata con polvere di carbone poi posizionata sul cavalletto ed è proprio in questo momento che il Colasante con l’uso di pennelli a secco riesce a trovare la forma e un certo rigore riorganizzando la polvere nera. Poi con la tecnica del Gouache (guazzo) dà cromaticità all’elaborato che sarebbe un monocromo se non fosse per alcuni interventi coloristici e materici a contrasto.
Negli ultimi lavori si nota un certo interesse nella figura umana e nel ritratto che lui però sviluppa utilizzando l’intera superfice della tela, cioè riproducendo il soggetto senza i contorni e decontestualizzandolo da qualsiasi sfondo o prospettiva. Ne risulta una totale mancanza d’aria, come se il soggetto stesso fosse immerso in una sostanza liquida. Questo vale anche per alcuni dei suoi ritratti che come detto in precedenza non sono contestualizzati ma isolati in una sorta di liquido amniotico.
I ritratti del Colasante sono una vera e propria indagine dell’anima, una morbosa ricerca intimistica e umorale, malinconica ed esistenzialista. Uno su tutti è sicuramente quello della nostra grande artista Mia Martini, cantautrice e interprete di alcune canzoni più significative della musica italiana, molto apprezzata anche all’estero tanto da vantare collaborazioni anche con il grande Charles Aznavour in quel di Parigi.
Ci racconta Fabio Colasante: “In questi giorni sono alle prese con il ritratto della nota cantante italiana Mia Martini scomparsa nel 1995, e l’impegno nel cercare di raccontare la vera essenza di questa artista assorbe letteralmente ogni mia energia. Non nascondo che spesso resto a dormire in atelier per avere un contatto continuo con il mio lavoro. Questo rituale mi consente di avere una sorta di dialogo riflessivo con il ritratto di Mimì.
Ritrarre Mimì, per me, è una sfida non da poco. Già nella fase di studio ho sentito una pesante responsabilità, perché ritrarre questo iconico personaggio della storia della musica italiana non è stato per me riprodurre banalmente i suoi tratti fisiognomici, ma la mia intenzione era di cercare di intercettare, decifrare e raccontare un vissuto. E quello di Mimì è un vissuto fatto di grandi successi si, ma ad un costo enorme…estremo, e che possa e che debba essere raccontato a queste e alle prossime generazioni per non tacere mai su tematiche sensibili come cyber bullismo, mobbing, esclusione sociale, discriminazione e isolamento”.
Ecco come una pittura prevalentemente onirica può diventare anche socialmente impegnata e lasciare un messaggio profondo alla società. Attualmente Fabio Colasante lavora nei suoi studi a Paestum e a Milano.
Contatti: https://www.facebook.com/fabio.colasante
Anna Rita Santoro