I suoi soggetti preferiti sono stati per molto tempo tratti dalla fauna marina e dalla mitologia classica: pinne di balena, becchi di pellicani, ali di uccelli che si librano sul mare, filtrati attraverso una dimensione onirica e isolati come frame di sogni che rimandano il sostanziale isolamento dell’uomo, paradossalmente tanto più percepibile quanto più la tecnologia gli permette di sentirsi connesso. Una pittura definita surrealista con contaminazioni simboliste e neo pop, quella di Fabio Colasante, artista originario di Nocera inferiore, che sta lavorando da alcuni mesi a una serie di ritratti di Mia Martini.
Negli ultimi lavori si nota un certo interesse nella figura umana e nel ritratto che lui però sviluppa utilizzando l’intera superficie della tela, cioè riproducendo il soggetto senza i contorni e decontestualizzandolo da qualsiasi sfondo o prospettiva. I ritratti del Colasante sono una vera e propria indagine dell’anima. Uno su tutti è sicuramente, appunto quello di Mia Martini
L’artista Colasante ci ha raccontato: “Ritrarre Mimì, non è stato per me riprodurre banalmente i suoi tratti fisiognomici, ma la mia intenzione era di cercare di intercettare, decifrare e raccontare un vissuto. E quello di Mimì è un vissuto fatto di grandi successi sì, ma ad un costo enorme…estremo. Secondo me, che debba essere raccontato a queste e alle prossime generazioni per non tacere mai su tematiche sensibili come cyber bullismo, mobbing, esclusione sociale, discriminazione e isolamento”.
Ubaldo Marangio