Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione Longhi e specialista dell’opera di Michelangelo Merisi, grazie ad una incredibile sinergia culturale con i Musei Capitolini, ricostruisce la sua vicenda artistica attraverso un percorso tematico e cronologico di quasi quaranta opere, tra olii, disegni e raffinatissime incisioni.
Michelangelo Merisi – ragazzo morso dal ramarro
Nel vaso il riflesso della sorgente di luce
A Palazzo Caffarelli al Campidoglio, nei prestigiosi saloni dei Musei Capitolini, sono esposte alcune opere del Caravaggio e dei suoi seguaci che fondarono la scuola caravaggesca, opere ammirabili dal 16 giugno al 13 settembre 2020. Le luci e le ombre sapientemente dirette sulle tele di Michelangelo Merisi da Caravaggio, evidenziano la tecnica del bicolore dove l’accostamento netto cromatico del bianco al nero conferisce quell’illuminazione accecante delle tele del Caravaggio, che lo resero impareggiabile. Per mezzo della ricca collezione di Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970), possiamo “leggere” l’innovativo linguaggio del Merisi, caposcuola indiscusso del caravaggismo. Roberto Longhi, storico, critico d’arte e accademico italiano, nacque ad Alba il 28 dicembre 1890 e morì nella sua villa di Firenze il 3 giugno 1970. L’esposizione, di parte della ricca collezione d’arte esposta permanentemente a “il Tasso” la villa a Gavinana, nell’Appennino Tosco-Emiliano, intende celebrare il cinquantenario della sua scomparsa. La mostra ripercorre i passi salienti che indussero Roberto Longhi alla critica dell’arte, ed ai contributi su Michelangelo Merisi e sulla sua scuola: dalla tesi di laurea, preparata e discussa nel 1911 con Pietro Toesca, docente indiscusso anche di Federico Zeri. Sono esposti gli studi critici delle opere di Lotto, Moretto, Moroni e Savoldo, oltre agli articoli sui caravaggeschi Orazio Borgianni (1914), Battistello Caracciolo (1915), Orazio e Artemisia Gentileschi (1916) e Carlo Saraceni. Pubblicò la monografia sul Caravaggio nel 1952 e la ampliò nel 1968. Per Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali e dalla Fondazione Longhi, è la mostra “Il tempo di Caravaggio: capolavori dalla collezione di Roberto Longhi” che dà l’opportunità di soffermarci con attenzione, ammirare, studiare ed apprezzare quei pittori tanto amati e da lui collezionati. È il “…lumeggiar con lume unito che venghi d’alto senza reflessi, come sarebbe in una stanza con le pariete colorite di negro, che così havendo i chiari e le ombre molto oscure, vengono a dar rilievo alla pittura…”, così come Giulio Mancini nel 1621, descrisse l’arte pittorica del Caravaggio. A Palazzo Caffarelli fanno bella mostra le opere ma tra tutte restano indiscusse qui per questa pavana caravaggesca: “Ragazzo morso da un ramarro” (1597) che venne acquistata da Roberto Longhi nel 1928, mentre un’altra versione, sempre autografa, è conservata alla National Gallery di Londra.
Angelo Caroselli – Allegoria dell’Autunno
Ed ancora capolavori quali: la “Negazione di Pietro” di Valentin de Boulogne e “Allegoria della Vanità” di Angelo Caroselli oltre a “Allegoria dell’Autunno”, insieme ad opere dello Spagnoletto Jusepe de Ribera, Giovanni Battista Caracciolo, detto Battistello, Matthias Stomer, Giovanni Lanfranco ed altri seguaci di Michelangelo Merisi.
È qui esposta, a Palazzo Caffarelli al Campidoglio, l’opera dei caravaggeschi, raccolta e collezionata da Roberto Longhi.
Giuseppe Lorin