“Un milione di cose da dirti” il singolo con cui Ermal Meta è stato in gara al 71° Festival di Sanremo, è certificato ORO da FIMI/GfK Italia.
Il brano, uno degli 11 inediti contenuti in “Tribù Urbana” (https://smi.lnk.to/TribuUrbana), è entrato direttamente al #1 della classifica Top of the Music “Album” e della classifica Top of the Music “Vinili” della settimana (dati diffusi da FIMI/GfK Italia).
“Tribù Urbana” (pubblicato su etichetta Mescal e distribuito da Sony Music) arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album in studio, “Non Abbiamo Armi”, evidenzia l’altissimo livello di scrittura dell’artista, sia quando dà voce ai sentimenti, sia quando racconta il mondo attraverso storie di vita, con suoni e parole che diventano i colori distintivi di questo nuovo progetto.
L’album “Tribù Urbana” si apre con una scarica di energia con “Uno” e prosegue con “Stelle cadenti”, una delle canzoni più solari di quest’album, nonostante il brano affronti uno dei momenti meno luminosi di una storia d’amore.
“Un milione di cose da dirti”, il cui video è diretto da Tiziano Russo (link: https://youtu.be/sC7UluoMaWY), è una canzone d’amore, una «semplicissima canzone d’amore», dal sound essenziale, pochi accordi per raccontare qualcosa di personale ma capace di risuonare anche a livello universale.
“Il destino universale” rappresenta, con istantanee dalla disarmante nitidezza, storie di vita che vanno raddrizzate, anche quando sembra mancare il coraggio. Arriva poi “Nina e Sara”: convegni, comizi, marce, petizioni, lotte, ma ancora per molti – troppi – è un peccato mortale. “No satisfaction”, primo singolo estratto dall’album, si basa su pochi concetti essenziali e fotografa in maniera precisa e spietata il quotidiano, ricordandoci che a volte: “per chi perde, per chi vince, il premio è uguale”.
Seguono “Non bastano le mani”, una canzone potente con suoni e parole che crescono inarrestabili, come accade spesso con la rabbia, e “Un altro sole”, con la speranza che il sogno appena fatto si avveri. “Gli invisibili” è come una camminata, mentre si guarda in volto ogni componente di questa tribù urbana, anche quelli che non si vedono.
Chiudono l’album “Vita da fenomeni” e “Un po’ di pace”, perché anche la giornata più lunga, prima o poi, finisce.
Andrea Calandra