“E’ un bilancio molto, ma molto lusinghiero! “, sostiene Maura De Meo, presidente dell’Associazione Italiana per l’Arte e la Cultura nel Mondo. – La cultura è sempre un volano, prima umano e, poi economico. Per questo va sostenuta, a maggior ragione in questo tempo complicato. L’agire, serve per risalire la china dopo le avversità della pandemia in corso! E’ così – ne siamo certi – il saluto di oggi, si dovrà trasformare necessariamente in un arrivederci; proprio per dare continuità al dialogo con la gente, per dare alla nostra comunità nuove opportunità di conoscenza, per favorire nuove relazioni che possano innanzitutto riconnettere gli umani e, arricchire il tessuto socio produttivo della città. Darsi da fare è necessario come il pane! Noi artisti disponiamo di tante facilitazioni: possediamo una lingua più immediata, un alfabeto coinvolgente, una visione superba che è alla base della bellezza”.
I luoghi e la cultura – questo invece il commento di Giancarlo Ciccozzi –“sono oggi messi a dura prova e noi, con la realizzazione dei progetti come AquilArt, stiamo cercando di dare una mano alla città e, alla qualità della vita di tutti. Dentro alle nostre azioni c’è un messaggio implicito che è quello di supportare, per quanto possibile, tutte le realtà culturali: musei, gallerie, teatri, luoghi deputati alla musica, centri culturali, biblioteche, sale cinematografiche, accademie e, il mondo e gli spazi degli artisti”. Ciccozzi è un “trainatore” d’esperienza, che è riuscito nel suo intento: interessare, animare, avvicinare all’arte comunità, istituzioni, accademie, scuole e tanti giovani, per dare loro direttamente anche le grandi testimonianze degli artisti che hanno segnato la storia.
Da ricordare l’intervento del celeberrimo pittore-musicista Mark Kostabi, la sorprendente enunciazione delle sue lapidarie sei “regole per il successo”, poi il suo percorso d’artista nella New York di qualche anno addietro, che dall’anonimato lo ha proiettato alla più grande notorietà. L’amarcord intimo del percussionista Tony Esposito, nato pittore e diventato poi musicista di livello internazionale.
E poi l’accorato appello “scalda cuore”, totalmente coinvolgente di Rosario Sprovieri, per l’apertura degli spazi pubblici all’Arte e per “ridare dignità e visibilità ai grandi artisti storicizzati del ‘900”. La sottoscrizione della petizione, da parte di intellettuali, artisti e autorità, per una maggiore attenzione e vigilanza, sulla gestione e l’applicazione della legge 717/49 relativamente a quel 2% da destinare all’arte. Le donazioni d’arte di Rocco Zani, le sottolineature di Giuseppe Cotarelli e Maurizio Vitiello e del gallerista cosentino Vincenzo Le Pera.
“Il bilancio di AquilArt 2021 è decisamente positivo – dice l’assessore dott.ssa Fabrizia Aquilio al Comune dell’Aquila – ottimo per quanto riguarda la partecipazione e, molto soddisfacente per essere riusciti insieme, nonostante le difficoltà della situazione attuale, ad avviare questo nuovo, ricco processo di vita e di rinascita culturale. Una grande esperienza, genuina, ricca di calore umano; ed è proprio per questo che, come istituzioni vicine alla città, abbiamo voluto impegnarci direttamente a fianco ei promotori, per sostenere, promuovere e valorizzare arte e territorio”.
È stata una bella soddisfazione lavorare insieme con più di ottanta pittori, con più soggetti istituzionali, tra questi il conservatorio di L’Aquila “A. Casella”, l’Ance della provincia di L’Aquila, l’Ordine degli Architetti della provincia di L’Aquila, l’Istituito dei Castelli- sezione Abruzzo, la Provincia di L’Aquila e il “Fai”, per la manifestazione patrocinata dalla presidenza del Consiglio della Regione Abruzzo, dalla Provincia dell’Aquila, dal Comune de L’Aquila, dall”Accademia dei Beni Culturali di L’Aquila.”
L’Abruzzo che è terra straordinaria, ha avuto grandi testimonianze civili e politiche; che oggi – proprio per questi segni incisi sulle giornate di un tempo difficili – ci riconcilia e ci ricollega bene a quel filo sottile, a quel pensiero e all’azione dei più grandi uomini della Repubblica.
Aldo Moro, che ha avuto tanti grandi estimatori, portatori d’idee e di progetti anche nella nostra terra, soleva dire:“… Agiamo, perché vogliamo essere liberi, liberi di tutta la libertà dello spirito, per condannare tutto quello che va condannato, per non ricevere nessuna offerta, per dovere nessun ricambio. Siamo stanchi delle parole vuote, siamo stanchi degli ideali presuntuosi che fanno versare sangue umano. Ci rifiutiamo d’individuare in chicchessia un campione della libertà… Sappiamo che la libertà è un’esperienza d’infinito e che non si ritrova pienamente che nel segreto degli spiriti attenti ad una perenne conquista morale…
…Crediamo di costituire una riserva perenne contro la disperazione dello scetticismo. Proprio perché non aspettiamo nulla, possiamo dare coraggio a chi aspetta. Proprio perché non crediamo alle formule correnti dell’eroismo, possiamo fare dell’eroismo semplice e schietto, che non si professi e non si creda tale. Proprio perché crediamo alla verità, possiamo farci critici spietati di tutte le false credenze. Proprio perché amiamo la vita, tutta la vita, possiamo metterci in certo modo al di là dello spazio e del tempo…”.