di Alberto Zei
La settimana scorsa a Portoferraio, nelle sale della Gran Guardia medicea, ha rappresentato il proprio stile di pittura un artista del luogo, il pittore Luigi Congedo che con le opere esposte sembra voler tracciare una linea molto precisa alla sua produzione.
Tipologia di pittura – Sotto il profilo semantico si può notare che la maggioranza dei soggetti dei quadri presentati vertono sostanzialmente sulla paesaggistica realizzata su scorci urbani o panoramici del contesto dell’Isola d’Elba; cosicché nelle opere in questione oltre alla espressione pittorica, chi è interessato anche alla rappresentazione di qualche località elbana, può rivivere nella rievocazione dei vari luoghi le emozioni che questi suscitano tra i ricordi dell’Isola d’Elba. Nel merito della semeiotica del tratteggio e dei colori utilizzati, non può sfuggire ad una attenta osservazione, l’estro della precisione con la quale Congedo, pur nella diversa riproduzione delle forme rappresentate in primo e secondo piano, esprime le sue creazioni artistiche quasi sistematicamente con i bordi delle immagini nettamente distinti. Questa particolarità rende i dipinti come sovrapposti sul piano per effetto di una illusione ottica di posizione in funzione della distanza dall’osservatore.
Dal punto di vista cromatico della pittura usata, a prima vista appare la ricchezza dei colori fondamentali che compongono i diversi soggetti; soggetti che restano così, chiaramente delineati nei loro contorni, senza le consuete sfumature oltre i limiti.
Il valore artistico – Si riporta nell’articolo la riproduzione di tre quadri esposti nei quali si possono notare le caratteristiche sopra descritte, anche se per ognuno di questi le differenze dei tratteggi costituiscono pur sempre una soggettiva scelta preferenziale tra la produzione complessiva di questo pittore.
Nel quadro intitolato “Tetti di Capoliveri” non possono sfuggire le due caratteristiche che danno corpo alle immagini. La prima è la intensa tratteggiattura cromatica che sembra staccarsi dal piano il dipinto, dando l’illusione tridimensionale dello spessore nello spazio. La seconda, come detto, è quella della cura dei bordi che definiscono sia i primi piani che gli insiemi dello sfondo.
Nei primi due quadri qui riprodotti, la caratteristica che li accomuna per la qualità cromatica delle forme e per la definizione dei margini consente di prendere simbolicamente sottobraccio il visitatore facendogli osservare in modo chiaro e netto, proprio ciò che lo stesso autore ha inteso realizzare nella maggior parte della sua produzione; risultato questo che in generale nell’ arte figurativa si ottiene attraverso l’ interpretazione. Ma per quanto riguarda Congedo le cose appaiono in modo diverso.
La qualità espressiva – Per meglio precisare questo concetto, si può dire che nella maggior parte della produzione di Congedo, i quadri: “Sono!”, ossia, esprimono esattamente ciò che il pittore ha realizzato. Anche se, come immancabilmente avviene, ogni regola ha sempre le sue eccezioni. Infatti, nel terzo quadro, “Navigli di Livorno”, una parte dei vari sub-assiemi che compongono il soggetto, necessita della integrazione dell’osservatore che completa con la propria esperienza e sensibilità artistica, l’armonia d’insieme che il quadro esprime.
Conclusioni – Da quanto osservato sui quadri qui commentati, le opere di questo pittore fanno emergere due fondamentali aspetti della semiotica: il tratteggio sottile che porge all’osservatore tale e quale la struttura complessiva del dipinto, e nei restanti lavori, quantunque in minor misura, quello della “soluzione di continuità” delle rifiniture, dei tratteggi presenti e della stilizzazione dei margini presenti anche nella gamma dei suoi migliori dipinti esposti in questa mostra. Ma la continuità interrotta chi la completa? Qui sta l’estro della creazione artistica del soggetto che i maestri ottengono senza farlo avvertire. I quadri così realizzati vengono completati intellettualmente da li contempla. In questo ultimo caso è proprio l’osservatore che entrando in risonanza emotiva con il contenuto artistico del quadro, integra con la propria percezione le sottili discontinuità dell’opera volutamente omesse dall’ autore ma che lo stesso dipinto sottintende.