Roma, un pomeriggio di pioggia. Varco la soglia del Palazzo delle Esposizioni e un gioco di colori e forme mi avvolge come un abbraccio. La luce naturale inonda l’iconico edificio, tempio della cultura che ha visto sfilare mostre memorabili. Qui, l’arte contemporanea dialoga con la storia eterna della città.
Sette sale raccontano un itinerario affascinante, un diario visivo che svela le metamorfosi del suo stile: dalle prime sperimentazioni agli esordi nell’ambiente romano, fino all’apice della sua maturità artistica. Carla mi accompagna per mano in un’avventura che sfida le convenzioni, un invito a immergermi nel suo mondo, a perdermi nel labirinto di segni che ha tracciato attraverso decenni di ricerca e innovazione. Non una semplice retrospettiva, ma un’esperienza immersiva.
Porzioni di allestimenti originali ricreano l’atmosfera delle sue mostre passate, avvolgendomi in un dialogo diretto con la sua arte. Entro a far parte del suo mondo, avverto la forza dirompente di una donna libera e anticonformista, una pioniera che ha infranto le barriere e aperto nuove strade all’arte del suo tempo.
Cosa mi ha colpito di più di Carla Accardi? La centralità del segno, elemento fondamentale del suo linguaggio pittorico. Un segno che si fa linea, colore, materia, gestualità, definendo lo spazio e creando tensioni dinamiche sulla tela. Davanti ad alcune opere, la mia attenzione è catturata dalla sua scrittura simbolica, una sorta di alfabeto che invita lo spettatore a interpretare liberamente. Scopro che dipinge seduta per terra, perché anche il gesto assume un ruolo fondamentale nell’affrontare la tela. Nelle opere più mature, la rigorosa geometria e i colori contrastanti rispecchiano la vitalità e l’energia di quegli anni.
Il mio punto di vista
La mostra non è solo una collezione di opere, ma un testamento di una vita dedicata alla ricerca della bellezza e della verità. Carla Accardi emerge come una donna complessa e “libera” per l’epoca, che ha lasciato un segno indelebile non solo nel panorama artistico italiano, ma anche nella storia del femminismo. Una voce dirompente che ha aperto la strada a nuove possibilità per le donne.
Fino al 9 giugno 2024 lasciatevi conquistare dalla forza visionaria di Carla Accardi. Un’artista mai come oggi attuale, che ha trasformato la sua arte in un manifesto di libertà e indipendenza, ispirandoci a seguire la nostra scintilla creativa.
© Paola Valori