La mostra pittorica di questa settimana, allestita nei locali della Gran Guardia a Portoferraio, offre come di consueto un’ esposizione di opere d’arte di notevole valore. Tra i numerosi lavori esposti, uno in particolare cattura l’attenzione per la sua qualità e profondità: si tratta di una raffigurazione di carattere marino del pittore Stefano Angiolucci, che si distingue soprattutto per la valenza semiotica delle sue composizioni.
Dal bidimensionale – Questo dipinto merita una descrizione dettagliata per la capacità di evocare emozioni e trasportare lo spettatore in un viaggio nei ricordi piacevoli del “deja vu” e nell’immaginario della bellezza naturale. I dettagli minuziosi, l’uso magistrale del colore e la composizione equilibrata riflettono l’abilità tecnica e la visione artistica del pittore. Attraverso un’analisi approfondita, si possono apprezzare sia la complessità dei temi trattati che la raffinatezza delle tecniche utilizzate, che rendono questa opera una composizione da ammirare. In sintesi, il quadro esprime cielo, mare, spiaggia e massi illuminati dal sole al tramonto, ombre profonde ma sfumate di riflessi solari biancastri. Il sole si riflette sulle grosse pietre, creando ombre sfumate ai lati e più intense al centro. Con questa ombreggiatura progressiva, che va dalla penombra alla piena luce, il pittore ha trasformato allo sguardo dell’osservatore, le immagini bidimensionali in figure a tre dimensioni.
Oltre la semantica – Ci sono anche altri quadri di questo autore che condividono una simile impronta semiotica. Questi si caratterizzano per l’uso dei colori, delle luci, delle forme, dei tratti curvilinei o puntiformi e delle mescolanze cromatiche, che contribuiscono alla realizzazione i vari elementi dell’opera. Tra queste dalla semantica, ovvero dalla loro interpretazione e dall’intenzione dell’autore, poiché raggiungono un’espressione d’ immagine attraverso la pura bellezza dell’insieme. Infatti quando l’opera pittorica riesce a creare un punto di contatto con l’immaginario collettivo della bellezza, si instaura una sorta di risonanza tra l’opera e l’osservatore. Questo certamente non avviene con tutti ma quando la sensibilità artistica dell’osservatore si sintonizza con l’oggetto osservato si crea la cosiddetta,’attrazione che immersiva ossia, entrando virtualmente nella realtà immaginaria del paesaggio.
Una metafora della ciclicità della vita – Vi sono nella mostra anche quadri che presentano una loro impronta iconica caratterizzata dall’uso dei colori, delle luci, delle forme, dei tratti e delle mescolanze cromatiche, che contribuiscono alla realizzazione dei vari elementi dell’opera. Questi quadri trascendono anche dalla semantica e l’intenzione dell’autore, raggiungendo un’espressione complessiva attraverso la bellezza risonante dell’immagine, che si armonizza con il concerto universale della bellezza percepita da ogni osservatore. Concludendo si può ben dire che il quadro qui rappresentato è un’ opera d’arte che esprime solarità pur nel contrasto del tramonto. Volendo attribuire un significato anche semantico, si potrebbe vedere un’analogia con la ciclicità della vita: luce, buio e rinascita, ossia in senso lato, l’Umanità che dopo ogni passaggio attraverso le tenebre ne uscirà ancora più luminosa.