ROMA – E’ uscito ieri in tutte le librerie, pubblicato da Bompiani, il romanzo dell’attore Marco Alemanno intitolato «Dalla Luce alla notte». Una narrazione profonda e autentica scritta in prima persona dal compagno di Lucio Dalla scomparso meno di un anno fa.
Un Lucio Dalla commentato da chi lo ha conosciuto appieno e amato di più. Un viaggio nella vita del cantante bolognese e nelle pieghe di un incontro con il giovane autore salentino, dal 1997 alla fine dei suoi giorni.
Alemanno descrive una storia cominciata 15 anni fa casualmente a una fermata d’autobus, quando da giovane studente in gita a Bologna con la sua ragazza incrocia e ferma lo stravagante artista che da quel momento in poi gli avrebbe stravolto totalmente la vita.
“Mi ha cambiato la vita, mi predisse il futuro e un po’ di passato: aveva visto nei miei occhi l’ombra di un dolore recente, la scomparsa di mio fratello Pasquale, che un anno prima era morto in mare”, racconta Alemanno, aggiungendo: “La nostra è stata una favola moderna”.
A Bologna erano diventati una normale storia cittadina, li osservavano passeggiare per le vie del centro storico, ma il loro rapporto veniva pubblicizzato dai media spesso equivocamente.
Marco sottolinea più volte: “Lucio e io potevamo essere maestro e allievo, padre e figlio , fratelli, amici e amanti”.
L’attore pugliese, svela anche le abitudini condivise con Dalla: “Amava l’arte e il cinema. Aveva trasformato una stanza della casa in una piccola sala cinematografica, con quattro file di vecchie poltrone recuperate da un cinema hard in disuso, dove in questi anni abbiamo visto i film più diversi: Matrix e Uccellacci e uccellini, Kill Bill e Il settimo sigillo, Titanic e Blade Runner e poi le opere dei fratelli Taviani “. Prosegue poi elencando i numerosi viaggi fatti insieme e confidando che : ”Non aveva mai imparato a farsi la valigia. Quando partiva senza di me gliela facevo io”.
La prefazione del libro è stata curata da Paola Pallottino che ha voluto evidenziare come il giovane autore: “non ha solo composto un tributo d’amore, condotto una dolorosa autoanalisi e svelato coraggiosamente le tante verità della vita di Dalla ma, con rigore intellettuale e solida scrittura, ha compiuto un gesto di grande generosità”.
Ernesto De Benedictis
.