Le emergenze umanitarie sono una triste realtà che, da più di venti anni ormai, incornicia la nostra quotidianità. Guerre, genocidi tra minoranze etniche e religiose, fondamentalismi, conflitti di interesse, ma anche disastri naturali, distruggono interi Paesi e popolazioni già vulnerabili di loro, i quali, invece della via allo sviluppo, vedono proiettarsi solamente quella del totale annichilimento.
E proprio di questi tristi temi, raccontati però dal punto di vista di chi lavora per attenuare le difficoltà delle vittime di queste piaghe, tratta il libro della giornalista Sonia Grieco Abbiamo stretto molte mani, Venti anni nelle emergenze umanitarie. Venti anni si riferiscono all’attività dell’organizzazione umanitaria Intersos, nata nel 1992 e che opera in contesti di emergenza a favore delle popolazioni in pericolo, colpite da conflitti armati e da calamità naturali.
Sonia Grieco, giornalista professionista che si occupa di Esteri e Cooperazione, ha sempre avuto a che fare, per esigenze lavorative, con il mondo degli aiuti umanitari, quindi delle Ong. «Chi scrive di Esteri necessariamente entra in contatto con le organizzazioni non governative, che spesso sono le uniche testimoni dei teatri di guerre, dove i giornalisti non riescono più ad arrivare. Se vuoi informazioni particolari e testimonianze precise, parli con una Ong, la quale rimane a operare anche quando le è stato consigliato di abbandonare la missione» spiega l’autrice del libro recentemente presentato presso la sede di Intersos di Roma, assieme a Nino Sergi, presidente della suddetta Ong e a Lapo Pistelli, attuale Viceministro degli Affari Esteri.
Abbiamo stretto molte mani non contiene tutte e 35 le missioni fatte dalla nascita di Intersos. Sonia Grieco ha privilegiato, per rimanere nell’attualità, le situazioni di crisi verificatesi dal 2011 in poi, recandosi anche sul campo, come in Sudan del Sud, il Paese più giovane al mondo, nato nel 2011 dopo 50 anni di guerra civile e ancora teatro di violenze tra il neo Stato e quello del Nord, e in Somalia. E sul campo la giornalista ha verificato il grande cambiamento che ha coinvolto il mondo umanitario negli ultimi tempi «Quando sono entrata in contatto con la realtà del mondo umanitario, molto cambiato adesso rispetto a quando è nata l’associazione, ho notato una differenza generazionale tra chi lavora in Intersos dagli inizi e i neo arrivati, più giovani. I primi avevano un maggiore slancio volontaristico, mentre i secondi erano dotati di una maggior professionalizzazione. – racconta – L’aspetto meno positivo forse, rispetto a questa maggiore professionalizzazione, è stato il conseguente aumento del lato burocratico nel modus operandi del nuovo mondo umanitario. É anche vero però che questa burocratizzazione, secondo anche il parere degli operatori con i quali sono entrata in contatto, si è rilevata necessaria per dare trasparenza e chiarezza all’azione umanitaria, ultimamente molto più articolata e ingrandita».
E proprio perché il mondo umanitario è cambiato si è rilevata necessaria questa burocratizzazione, ma anche l’intervento di una nuova legge sulla cooperazione internazionale, proposta recentemente dall’esecutivo e in attesa di essere analizzata dalla Camera. Non a caso infatti il Viceministro Pistelli, uno degli autori del nuovo testo, ha presenziato alla presentazione del libro per chiarire l’importanza di una maggiore cooperazione tra politica e Ong «I destinatari ultimi della politica devono essere sempre le persone. Il far politica in questi teatri di guerra è necessario, soprattutto per parlare e mediare con i governi locali, ma farlo con i mezzi diplomatici è un’azione troppo rigida. Se vogliamo che il nostro Paese sia efficace ed effettivo e che vada a fondo sui veri motivi di crisi, dobbiamo stare tutti insieme, noi e organizzazioni umanitarie, ciascuno mettendo in campo le proprie specifiche competenze». Questa legge aumenterebbe i soggetti operanti nella cooperazione internazionale, la quale non dovrà più interessare solamente il Ministero degli Esteri, bensì quello dell’Ambiente, della Difesa, dello Sviluppo e dell’Economia e lo farà attraverso l’istituzione di un’Agenzia apposita.
Puntuale dunque l’uscita del libro ritraente il cambiamento del mondo umanitario, contemporanea a una nuova, si spera, presa di posizione politica in questo ambito.
di Ilaria Petta