Uno scomodo cappotto di legno è un breve thriller ambientato nell’afosa Milano, nel quale l’autore omaggia con vari temi i maestri E. A. Poe ed H. P. Lovecraft. Nell’atmosfera cupa e opprimente di un’estate torrida, la vicenda intreccia le vite di un regista fallito, un attore dilettante, una comune ditta di trasporti e un gatto nero, insoliti ingredienti che, mescolati insieme, daranno vita a una ricetta chiamata incubo!
La penna dell’autore pare quasi trarre in inganno, nel senso che, delle volte pare come si perdesse il filo del discorso ma è solo un’impressione, perchè alla fine,
tutti i pezzi, così diversi tra loro, andranno a incastrarsi perfettamente nel capitolo finale; verrà svelato tutto quello che appariva slegato e senza senso ed ogni tassello troverà il suo posto in questo macabro puzzle fatto di folli e sfortunati eventi.
Intervistato per l’occasione, ecco cosa racconta:
Come nasce “Uno scomodo cappotto di legno”?
“Uno scomodo cappotto di legno” non sarebbe dovuto essere il mio secondo romanzo. Era nato come idea iniziale, da sviluppare in un racconto consistente in un massimo di 20.000 battute, per la partecipazione alla prima edizione del premio letterario F.M. Crawford. Durante la stesura del capitolo “Mors tua vita mea”, vissuto dal protagonista di venerdì 17, ho pensato bene di inserire un gatto nero che gli tagliasse la strada, appena prima del suo arrivo alla residenza dei genitori. Da cosa nasce cosa, perché quindi non inserire una citazione a un famoso racconto di E.A. Poe, quale il gatto nero? Questa è stata la scintilla che mi ha fatto cambiare direzione, creando un romanzo breve che rendesse omaggio a due grandi scrittori intramontabili. Invece, nel caso di H.P. Lovecraft, le citazioni contenute nel testo sono svariate; si passa da Dagon (nome ebraico del Dio Dagan) ai miti di Cthulhu per arrivare al personaggio di Erich Zann che è stato preso in prestito dal racconto “The music of Erich Zann – la musica di Erich Zann”.
Come nasce l’ammirazione per autori come Poe e Lovecraft?
L’ammirazione per quelli che considero due eterni Autori, nasce semplicemente leggendo le loro opere. Difficilmente ho riscontrato in altri Autori un simile coinvolgimento emotivo, anche se di certo non si possono paragonare a scrittori odierni come – ne cito solo uno – Stephen King. Il mio preferito è senz’altro Lovecraft, per la sua visione che potremmo definire di “orrore cosmico”, legata a paure ancestrali e ataviche, senza nessuna via di scampo per l’umanità.
Leggi il mio libro perché…
Perché è un’esperienza di lettura diversa, in cui tutto sembra scollegato e confuso, sin quando non si arriva alle battute finali in cui tutto si ricollega come un puzzle.
Cosa bolle in pentola per il futuro?
Per il momento, in pentola a fuoco molto lento, il primo romanzo effettivo che terminerà la trilogia di Mickey De Santis iniziata con “Uno scomodo cappotto di legno” e “Sette”. Questo è il primo traguardo. Il secondo un po’ più complesso riguarda un romanzo molto esteso. Principalmente è un giallo-noir per come “soggettivamente” concepisco il genere fin troppo etichettato dei romanzi, con fortissime venature thriller e con il giusto pizzico di horror, relegato alla fase onirica del protagonista. Presumo che l’intera vicenda narrata, sarà sviluppata in sei volumi contigui. Ammesso che non trovi una reale C.E. disposta a pubblicare ben 1.500 pagine in un unico volume.
Uno scomodo cappotto di legno di Simone Dellera, tre stelle su cinque, al seguente link: http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/uno-scomodo-cappotto-di-legno.html