“IMPARARE A VIVERE ANCHE QUANDO NON SI È IN GRADO DI BASTARE, ANCHE QUANDO SI SUSSURRA BASTA AL NON BASTARSI.”
Chiara Ortuso ritorna con una nuova opera, Labirinti di cristallo, edito da Laruffa. Il libro narra le vicende di Angelica, una ragazza inquieta che vive in un castello arroccato in un labirinto di cristallo, visione personale del mondo umano colmo di banalità. Angelica vive “un’esistenza opaca e schiva”, e pertanto tenta di fuggire dal labirinto nel corso di un anno di vita, affrontando questioni di natura filosofica. L’opera non è altro che una metafora esistenziale che indica la necessità di rompere i propri argini: superare inquietudini e incertezze personali per aprirsi, attraverso un percorso di autoconoscenza, a quelli che sono i sentieri del mondo.
Labirinti di cristallo si rivela dunque una ricerca del senso, un percorso verso la conoscenza di se stessi e degli altri, che conduce alla felicità: “il segreto di un istante”, come definita dall’autrice. Grazie al suo particolare stile di scrittura, introspettivo e ricco di metafore, e ai numerosi riferimenti ad opere del passato, l’autrice trasporterà lo spirito di ogni lettore verso un’infinità di emozioni.
Consigliato a tutti coloro che ricercano, a modo loro, un’uscita dal proprio labirinto.
Come nasce la tua opera letteraria “Labirinti di cristallo”?
Labirinti di cristallo nasce da un percorso di autoconoscenza interiore, da un’indagine volta a scandagliare l’animo di una donna, di una giovane donna, Angelica, spirito inquieto e fragile, pensiero tormentato e vacillante. Una vicenda la sua che, iniziando dai meandri di un arroccato castello sporgente su un periglioso labirinto, conduce, mediante un cammino di rinascita, di palingenesi, verso la mondanità, in direzione di quella realtà esterna così temuta ma in fondo tanto sperata. Lo stesso titolo esemplifica perfettamente il contenuto stesso del testo mediante il riferimento a due elementi: il labirinto e il cristallo. Il primo assume, in tale contesto, il significato dell’incapacità da parte dell’uomo di rompere il muro dei propri idola, dei legacci che tengono avvinto ciascuno alla caverna del pensiero, impedendogli l’ingresso nel reale del mondo. E tuttavia la difficoltà di trovare una via d’uscita rappresenta un’occasione di riscoperta, la necessità di perdersi per poi ritrovarsi. Dal canto suo, il cristallo evoca l’immobilità di un’esistenza che si configura come incantata in una ripetizione sempre identica di gesti incapaci di comunicare la vera accezione del vivere. E, tuttavia, la stessa fragilità del cristallo rende tale elemento in grado improvvisamente di infrangersi svelando, una volta per tutte, la verità dell’uomo, il senso del suo esserci nei picchi di dolore e gioia, nell’estrema e frammentata insignificante significanza.
Leggi il mio libro perché…
Perché è la storia di una donna “del sottosuolo”, di una donna che, opponendosi mediante una serie di rivolte personali, agli ideali di assoluta chiarezza razionale e semplicità scopre nel dolore della complessità del vivere la causa prima del suo agire. E lo stesso sottosuolo, dostoevskjianamente parlando, diventa la metafora di un vivere che protraendosi interiormente e apparendo nella sua disarmonia con la facciata delle leggi esterne, costruisce una prigione in cui crogiolarsi nell’irrequietezza, in quella volontà che rappresenta la rivoluzione più grande perché è espressione dell’irriducibile singolarità di ogni uomo. E tuttavia la piaga del “senza senso” si rimargina a contatto con il calore di quella natura che diventa la panacea, la cura, la scintilla concessa da Dio all’essere di ogni uomo. Angelica si accorge così di esistere e impara a comprendere il suo desiderio di vita. Aspirazione che comincia soltanto nel momento in cui “si è capaci di guardare in faccia il mondo ricevendolo negli occhi”. Perché non si è mai abbastanza lontani da se stessi per non rincontrarsi, mai abbastanza spenti per non riaversi, mai tanto mancanti per non riempirsi in uno slancio di passione, in un guizzo di furore, in un miracolo di luce.
Progetti futuri?
Continuare a conciliare la mia attività di docente di storia e filosofia presso le scuole secondarie di secondo grado e il mio sogno di scrittrice; un sogno che, con la pubblicazione di tre saggi di carattere filosofico-letterario, sta sempre più prendendo forma e sostanza concretizzandosi in attività intellettuali di grande rilevanza culturale (presentazione di libri, caffè filosofici e letterari).