«Se questo è il tuo destino, pregherò affinché tu abbia la forza di compierlo sino in fondo».
Anno 2265 d.C. In quest’epoca lontana ha inizio la vicenda di Altea, figlia di Glitter, terzo capitolo della Trilogia delle Fate di Stefano Carloni, pubblicato con Youcanprint. L’autore immagina tra queste pagine un futuro drammatico per gli uomini, dopo che la Guerra Totale ha devastato il mondo e spinto l’umanità a riorganizzarsi sotto nuovi regimi per proseguire. Nella Foresta di Dean, nel frattempo, il popolo delle fate è guidato dall’onnipotente regina Oaky, che nutre un odio profondo per gli umani fin dalla morte del suo amato Danny. Oaky ha rinunciato alla sua vecchia identità e ora trasmette l’odio alle sue compagne, spingendole a periodici atti di crudeltà contro la razza nemica; ma nel frattempo deve prendersi cura di Altea, la nuova Fata delle Rose figlia della grande Glitter. Nessuno sa, tuttavia, che Altea è stata prescelta dalla Madre delle Fate – figura leggendaria a cui nemmeno le stesse fate credono – per una missione che deciderà il futuro del mondo stesso.
L’autore, oltre a sorprenderci con un notevole salto nel futuro, rimette ancora una volta a confronto due mondi: due razze che, seppur diverse, sono accomunate dall’amore e dall’odio. Da un lato l’umanità, divisa tra l’umile gente che cerca di tirare avanti tra le macerie della guerra, e gli uomini al vertice del potere, che nella loro arroganza aspirano a ottenerne sempre di più. Dall’altro le fate, spinte ingiustamente verso l’odio e la sofferenza per le colpe di una sola, ma che con il tempo scopriranno di poter ancora nutrire sentimenti positivi. Attraverso poche pagine, intervallate da illustrazioni sorprendenti, conoscerete una grande storia ricolma di coraggio, amore, rinascita e perdono. E di speranza, nei confronti di un futuro più radioso per tutti.
Altea, figlia di Glitter si rivela, in definitiva, la degna conclusione di questa saga, che non deluderà chi ha saputo intrattenere fino a questo punto.
Come nasce quest’opera letteraria?
Quest’opera è il capitolo conclusivo della mia Trilogia delle Fate: tre fatine per tre romanzi.
Nel primo volume, “Glitter, avventure di una fatina”, abbiamo fatto la conoscenza di Fata delle Rose, una piccola creatura che, annoiata dalla tranquilla vita in una foresta inglese, ai primi dell’800 decide di esplorare il mondo; conosce un bambino di nome Charlie – che diverrà il famoso scrittore Charles Dickens – il quale la chiama Glitter e le insegna tutto sulla società degli umani, in primo luogo a distinguere fra il bene e il male e a schierarsi sempre in difesa dei deboli e degli innocenti.
Dopo due secoli di peregrinazioni, Glitter torna nella foresta natìa come Regina delle Fate, e qui comincia il secondo volume, “Nome in codice: fata”: entra in scena Fata delle Querce (nome umano Oaky), che per più di un anno collabora con il servizio segreto britannico dando la caccia a pericolosi terroristi in coppia con un giovane umano di cui si innamorerà perdutamente e con un finale tragico.
Questo terzo e ultimo capitolo, “Altea, figlia di Glitter” mostra già nel titolo chi ne sarà la protagonista: è Altea, la nuova Fata delle Rose. Dopo la morte di Glitter, Oaky è divenuta la nuova Regina, e ha trasformato il Popolo delle Fate in un esercito di guerriere che perseguita e uccide i pochi umani sopravvissuti alla futura Guerra Totale; solo Altea si oppone al suo regno di terrore, e per questo viene scacciata dalla Foresta di Dean. Grazie all’amicizia di alcuni umani, la piccola fata intraprenderà un lungo viaggio sino ai confini di un mondo in preda all’anarchia e al caos, inseguita da Oaky e dalle sue sorelle, per riportare la pace tra Fate e Umani… anche a costo della sua stessa vita.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
I messaggi che vorrei trasmettere con quest’opera sono due.
In primo luogo di non aver paura di affrontare la sofferenza: Oaky (Fata delle Querce) è tormentata nell’intimo dall’incapacità di elaborare il lutto per la duplice perdita prima del suo amato (l’agente dell’MI6 Danny Josephson ucciso dagli iraniani durante una missione di controspionaggio nel XXI secolo) e poi della sua preziosa amica Glitter (che duecento anni dopo è giunta al termine della sua lunghissima esistenza fatesca), e per questo è vittima di una vera e propria “sindrome bipolare”, alternando momenti di calma, lucidità e persino apertura nei confronti degli umani a fasi di collera cieca; una patologia mentale da cui solo Altea, la piccola guaritrice, potrà salvarla costringendola alfine a fare i conti con se stessa.
Il secondo messaggio è un invito alla speranza e alla fiducia nel futuro: anche in quest’epoca di nuove guerre fredde e di conflitti internazionali, dobbiamo coltivare le virtù della giustizia e della tolleranza verso chi ci appare estraneo, comprendendo che l’unica distinzione che conta non è quella tra fate e umani o tra americani e russi, ma è quella fra buoni e cattivi (come Altea impara quando il villaggio che l’ha ospitata viene assalito da una banda di briganti). Se sapremo praticare giustizia e tolleranza, potremo attraversare questi tempi di ferro e vedere l’alba di un nuovo mondo, in cui il genere umano sarà finalmente unito e in pace.
Leggi il mio libro perché… è la degna conclusione di una trilogia piena di avventura e di amore, una cavalcata attraverso i secoli e i continenti in compagnia di tre piccole creature dal cuore grande.
Progetti futuri? Per ora tradurre e pubblicare in inglese la Trilogia delle Fate, un progetto niente male quanto a difficoltà; poi… chissà? Come dice quell’ottimista di James Bond, mai dire mai.
Altea, figlia di Glitter merita 4 stelle su 5.