“Non c’è niente di più pericoloso e fragile […] di un uomo di mezza età che si sente solo e che sbatte la testa qua e là per cercare di cambiare la sua condizione.”
Parole drammatiche quanto veritiere, queste pronunciate da Emanuele Verzotti per bocca di Alessandro, protagonista di Distinto quarantenne edito da Manni. Alessandro è un uomo comune, un promotore finanziario di mezz’età che un giorno sparisce improvvisamente dalla circolazione. Le sue tracce conducono a un apparente suicidio ma il corpo non viene mai ritrovato. Dieci anni dopo, il suo migliore amico Renato riceve una serie di lettere da un monaco confidente di un misterioso eremita, che gli sveleranno i retroscena relativi alla scomparsa di Alessandro, instillando la speranza che egli sia quindi ancora vivo. Attraverso gli occhi di Renato esploreremo l’intera vicenda, osservando da vicino ogni aspetto della vita di quest’uomo comune, tra alti e bassi, gioie e dolori, fino alla drammatica – apparente – decisione finale. Sullo sfondo, un’Italia dei giorni nostri più reale che mai, in cui la gente è sempre più oppressa dalla crisi economica e dal malgoverno, affannandosi ogni giorno per “restare a galla”.
In quasi trecento pagine di romanzo ricche di contenuti, l’autore ci presenta un realistico spaccato della vita quotidiana incarnato in questo distinto quarantenne, che pur di sentirsi vivo sceglie di evadere dalla sua vita tranquilla e corre innumerevoli rischi, a partire dalla sua scelta di trovarsi un’amante. Una scelta che simboleggia la tipica crisi di mezz’età che affligge molta gente oggigiorno, il desiderio di appagarsi fisicamente pagando il caro prezzo della fedeltà.
Un desiderio che spesso conduce a scelte ben più drammatiche, come fuggire lontano fino alla scomparsa totale. Distinto quarantenne si dimostra, da questo punto di vista, un crudo monito sulle conseguenze di questa scelta, su di noi ma anche sulle persone che ci stanno vicino.
Come nasce questo libro?
L’opera nasce on the road, camminando per le vie di Brescia, passeggiando sul litorale gardesano, parlando con la gente, ascoltando i racconti delle tante persone che ho incontrato, fotografando con lo sguardo i paesaggi, le scene e i teatrini reali della gente, fissando l’attenzione sulle chiacchiere di sconosciuti al bar, al ristorante, ma soprattutto pensando e rielaborando in modo personale e originale tutti questi stimoli; inoltre per ciò che attiene le malversazioni del protagonista del romanzo mi sono documentato sulla stampa con numerosi ritagli di cronaca, nonché per le sue incursioni su internet in cerca di donne mi sono avvalso di dati e statistiche ricavate sempre sulla rete. L’ intento è stato quello di cogliere e sviscerare la “solitudine del maschio” contemporaneo, che moltissimi uomini di mezza età sperimentano quotidianamente, solitudine maschile che è lo specchio della mutazione antropologica del ruolo e della figura della donna, la vera grande rivoluzione silenziosa e mai a sufficienza analizzata della nostra epoca. Pertanto ho la consapevolezza di aver scritto un romanzo crudo, ma attuale, ricchissimo di spunti di riflessione su tematiche anche scottanti: una lettura non per perbenisti benpensanti, ma per persone vere, che sanno amare, soffrire e che desiderano comprendere il mondo attuale senza troppe pretese di giudizi definitivi.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Tra i molteplici temi trattati spiccano quelli della comprensione e del perdono: il primo messaggio del romanzo – come si può evincere dalla citazione iniziale dal vangelo di Luca sull’adultera – è proprio questo. Su tale architrave si innestano riflessioni profonde sulla fragilità umana, sul bene e sul male che coabitano nell’animo umano, sulla crisi della famiglia, sulla trascendenza e sulla carnalità che caratterizza la condizione dell’uomo. La prima parola del romanzo è proprio questa: ” Il corpo … ” e da qui diparte la narrazione sulle vicende del protagonista che è l’ennesimo antieroe – un altro personaggio senza qualità – molto caro alla letteratura del novecento e a quella contemporanea.
Leggi il mio libro perché..
Se sei un uomo leggi il mio libro per capire qualcosa di più sulla tua debolezza e sull’universo femminile; se sei una donna leggi il mio libro per capire di più dell’universo maschile e della tua metamorfosi antropologica. Inoltre ritengo che tanti uomini – come hanno riconsociuto molti lettori – possano immedesimarsi nel protagonista e ritrovare in lui quel “noi” che ci fa sentire meno soli e meno isolati. E questo è il grande merito della vera letteratura che nasce ai promordi dell’umanità per via orale, la notte attorno a un fuoco, allorquando versi gutturali si fecero linguaggio, e paure, esperienze, emozioni poterono divenire patrimonio comune del prossimo. Sottolineo che nel corso del romanzo vi è un passo molto bello che si sofferma su tale fondamentale concetto.
Progetti futuri?
Ho pronta una raccolta di 72 racconti brevi, icastici fortemente rappresentativi della nostra attualità, già oggetto di una prima rivisitazione stilistica da parte di un editor di fama che considera l’antologia di alto livello. E’ un’opera a cui tengo molto, per la quale ho già ricevuto alcune proposte di pubblicazione, ritenute peraltro non adeguate. Per cui sono alla ricerca di un editore seriamente motivato ad allacciare un proficuo rapporto professionale di lungo periodo con l’obiettivo di crescere insieme e soprattutto di condividere in modo convinto l’azione promozionale del libro. Inoltre sto ultimando la prima stesura di un nuovo romanzo denso, ricco di spunti e divertente, il cui protagonista è un bibliotecario molto, ma molto particolare. Una lettura caratterizzata da un “andante con brio” che vuole andare contro corrente rispetto ai soliti noir, gialli, crisi familiari, precarietà, morti ammazzati e depressioni varie, argomenti dei quali la ” Casa di carta” della letteratura contemporanea è fin troppo zeppa.
Distinto quarantenne merita 4 stelle su 5.