“Benché siano lupi rapaci, si fanno chiamare pastori e nessuno si oppone a tanta perversità. Come potrà la Chiesa portare a compimento la sua missione, senza riformare dal profondo la sua anima? Quali grandi responsabilità pesano su di noi e quale arduo compito ci attende.”
Francesco Grimandi, classe 1970, ritorna sulle scene editoriali con L’eremo nel deserto, brillante thriller storico auto-pubblicato, ambientato nell’epoca delle crociate.
1196 A.D. In un eremo sperduto nel deserto della Palestina, giungono un giorno due stremati viandanti. Dopo le opportune cure ricevute dai monaci, si scopre che i due sono emissari dell’imperatore Enrico VI di Svevia, con un’importante missione legata al ritrovamento di antichi e misteriosi manoscritti nei pressi dell’eremo.
Durante la decodificazione delle carte si susseguiranno morti e sparizioni tra le mura dell’eremo, mettendo sempre più in allarme l’abate e l’intera confraternita.
Un profondo mistero si cela senza dubbio tra i manoscritti, tale da far gola a un imperatore e causare la morte di chi ha visto o sentito troppo. L’umile e onesto monaco Guigo indagherà nell’ombra che scoprire chi sta minacciando la vita di tutti i suoi confratelli.
Si tratta senza dubbio di un’interessante vicenda che si affaccia su un’epoca lontana, ai più nota per il susseguirsi di guerre e conflitti per il dominio sulla Terra Santa.
L’autore ci allontana piuttosto dai campi di battaglia per osservare la vita umile e ritirata degli uomini tra le mura dell’eremo, soffermandosi sulle loro usanze e doveri quotidiani.
Una serie di dettagli che, pur rallentando più volte la narrazione, dimostrano l’elevata cura e lo studio di questo ambiente. Più interessante è certamente il mistero che si cela nella vicenda: la disperata ricerca della verità venuta a galla tra le pergamene che danno nuova luce alle origini del cristianesimo… una verità che diverrebbe un’arma pericolosa nelle mani sbagliate.
L’eremo nel deserto si dimostra in definitiva un capitolo da non perdere per tutti gli appassionati della storia, della religione e del mistero, ben mescolati come sono tra le sue coinvolgenti pagine.
Come nasce quest’opera letteraria?
Da tempo mi vorticava in mente un bel progetto. Ero in cerca di un’ambientazione per una storia che fosse escatologica, arcana e medievale. E non vi è luogo sul pianeta, incontro delle tre fedi del Libro, che abbia una rilevanza tale come la Palestina, culla e crocevia di parecchi dei più importanti accadimenti degli ultimi due-tre millenni. Soddisfatto il primo requisito, sono passato a predisporre il disegno della vicenda che sulle ali di una ricerca, sfruttando l’escamotage offerto dalle indagini di Guigo, uno dei monaci novizi, condurrà il lettore a importanti consapevolezze. Il meccanismo della scoperta di antichi scritti, della contesa per controllarli, delle morti e delle sparizioni collegate è un rodato ingranaggio che conosciamo fin dai precursori di questo genere letterario. Ma qui vi è una differenza, che ci tengo a evidenziare, tra il mio libro e altre opere, ovvero lo squarcio prodotto dalle rivelazioni contenute nelle misteriose pergamene, che daranno materia su cui riflettere anche al più disincantato dei lettori.
Che altro aggiungere? Posso soltanto dire che i fatti si svolgono nell’anno 1196, nove anni dopo che Gerusalemme è caduta per mano delle truppe del Saladino. L’Eremo è stato lambito e poi dimenticato dai fatali eventi legati al crollo dei regni cristiani in Terrasanta, mantenendo una sua autonomia che tuttavia verrà violata con il ritrovamento dei rotoli delle grotte, innesco della vicenda. E qui mi fermo, per non rovinare il piacere a chi vorrà cimentarsi, anche solo per curiosità, nella lettura del romanzo.
Quale messaggio vuoi trasmettere a coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Prima di concepire questo libro mi sono interrogato a lungo su certi miei dubbi religiosi, più volte mi sono chiesto se gli eventi narrati così come ci sono giunti dai Vangeli fossero veri. Ciò mi ha portato ad approfondire, a scavare, a tentare di capire. Ed è questa inchiesta in veste romanzata, parliamo di fiction, che ho inserito nel libro in maniera da renderlo vivo perché, giunti alla fine della trama, continuasse a muovere la curiosità del lettore. Quello che ho sottolineato però è che la conquista della verità a tutti i costi, il desiderio di abbattere un nemico, spesso si rivela un atto contro gli altri e contro il bene supremo della vita.
Leggi il mio libro perché…
Leggi il mio libro perché è ricco di notizie storiche. L’amore per la Storia è evidente a ogni pagina, senza appesantire la lettura e la trama ha tutte le caratteristiche per affascinare e incuriosire. I protagonisti sono caratterizzati da passioni e personalità così precisi che sembra di averli davanti, di sentirli e di vederli. Così come sono realistiche le descrizioni degli ambienti: ci si trova a gironzolare nello Scriptorium alla fioca e tremolante luce delle candele, tra antichi volumi, ad accarezzarne le coste in cuoio, a respirarne l’odore dimenticato, il profumo del passato.
Scrivendo questi romanzi l’elemento inspiegabile, indecifrabile, risulta come rafforzato dalla venatura di antico che è alla base, soprattutto quando andiamo a riscoprire temi o periodi sepolti da secoli. La soluzione di adeguarmi alle notizie che ho raccolto dalle fonti storiche completandole dove il vuoto è più evidente, senza tuttavia esagerare ma rimanendo convincente, è secondo me la soluzione più idonea. Ho sempre avvertito il fascino delle cose enigmatiche e nascoste, le cui radici affondano nella notte dei tempi. Viviamo in società dove tutto sembra già conosciuto, facciamo tutti le stesse cose, visitiamo gli stessi posti e la nostra vita è stata progettata da altri. Per questo motivo non possiamo lasciare assopire il nostro spirito, anzi dobbiamo tenerlo vigile e curioso, fornendogli spunti d’interesse. L’uomo ha bisogno di sognare, di sola quotidianità muore.
Carol Gabriella Maritato
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Progetti futuri?
Al momento sto curando la promozione di questo libro al quale tengo moltissimo. Progetti in cantiere ce ne sono sempre, poi si vedrà.
L’eremo nel deserto merita di Francesco Grimandi 5 stelle su 5.