“Non hai idea di quanto sia appagante. Osservare gli occhi di qualcuno appassire, perdere la luce fino a diventare una patina opaca grigia e inanimata. Ha un non so ché di gratificante, di onnipotente. Vedi la vita stessa scivolare via dal corpo, andarsene per sempre. In quel momento ti senti il padrone assoluto.”
È quanto rivela, nella sua folle lucidità, l’omicida che ha rivoltato da cima a fondo la vita di Filippo, protagonista di questo brillante thriller di Gabriele Viada. L’ombra dei ricordi, edito da Albatros, ci trasporta a Cuneo attraverso gli occhi di Filippo, giovane star emergente del piccolo schermo, la cui ascesa subisce una brusca frenata quando viene a sapere della scomparsa di Sofia, sua fidanzata ai tempi del liceo e mai dimenticata.
Il giovane non penserà due volte a mollare tutto e a tornare a casa, collaborando con le forze dell’ordine per scoprire la verità sull’accaduto. In una sapiente alternanza tra presente e flashback – in cui apprendiamo sempre più dettagli sul passato di Filippo – ci avvicineremo pian piano al mistero intorno alla scomparsa di Sofia, durante il quale troveranno la morte altre persone care al protagonista. Una concatenazione di eventi sempre più drammatica e allucinante che porteranno Filippo a dubitare persino di se stesso, mentre la sua memoria a volte lo tradisce e a volte sembra aiutarlo…
Scritto con grande cura e dovizia di particolari, l’autore ci trasporta letteralmente con l’uragano di emozioni e ricordi che affollano la mente di Filippo, grazie anche all’uso di un sistema narrativo al presente che rende vano immaginare la sua sorte fin dall’inizio. Una trama che, seppur appesantita talvolta dall’eccesso di dettagli, ci conduce inesorabilmente alla fine del labirintico percorso, ovvero la soluzione del caso. Un piccolo dramma agli occhi della collettività, ma che per un solo uomo si trasforma in un mosaico di incubi da cui può solo pregare di svegliarsi. L’ombra dei ricordi si rivela, in definitiva, un thriller complesso e intrigante al punto giusto che non può mancare nella collezione di ogni appassionato del genere.
Come nasce quest’opera letteraria?
L’idea di scrivere una storia tutta mia l’ho sempre avuta un po’ in mente; il pensiero di interagire con i personaggi, conoscerli, entrarci in sintonia fino a capire cosa gli passa per la testa… è semplicemente indescrivibile. Si provano sensazioni nuove, si vivono emozioni prima d’ora sconosciute.
Per quanto riguarda l’opera in sé, a dire il vero è nata abbastanza all’improvviso. Un giorno sono andato al cinema con degli amici a vedere un film che avevo già visto. Quindi durante la proiezione ho iniziato a pensare, a vagare… e all’improvviso ho avuto un’illuminazione. La trama del mio libro era lì, materializzatasi improvvisamente nella mia testa. Quando sono tornato a casa ho buttato giù una mappa mentale, la prima ossatura di quella che sarebbe poi diventata la mia storia. E da quel giorno, non ho più smesso di scrivere.
Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Questa domanda non è affatto banale, d’altronde la morale di un’opera è uno dei concetti fondamentali su cui si fonda il libro stesso. Personalmente io sono il primo ad aver imparato dalla mia opera, o meglio… dai miei personaggi. Perché, alla fine, sono loro che fanno la storia. Io sono solo il tramite, gli occhi che raccontano un qualcosa che soltanto io riesco a vedere. Perciò, se proprio dovessi identificare un messaggio che contiene quest’opera, è il potere delle scelte, unito al dolore del rimpianto. Ognuno di noi fa delle scelte, tutti i giorni. Alcune banali, altre meno; altre, dalle quali non si può tornare indietro. E sono proprio quest’ultime a determinare la persona che diventeremo, lo specchio nel quale saremo obbligati a rifletterci per il resto dei nostri giorni. Vivendo questa storia, ho imparato quanto possa essere amaro accorgersi di aver sbagliato, e quanto possa essere distruttiva la strada intrapresa per cambiare un’unica scelta.
Emanuela Maria Maritato
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Leggi il mio libro perché…
Leggi il mio libro perché è una storia che sa stupire, emozionare. Un’opera dove sono i personaggi a fare la storia, e non viceversa. Un’opera che vive, respira, è che ha tanto da insegnare.
Progetti futuri?
Possiamo dire che buone idee ci sono sempre, e credo di aver finalmente raggiunto la maturità per scrivere l’opera che da anni mi ronza in testa.
L’ombra dei ricordi merita 5 stelle su 5.