La guerra, questa guerra ha generato tanti lutti, disperazione, fame, morte, la tragedia di interi popoli, tutti i giornali ne parlano, almeno quei pochi che ci arrivano, ma nessuno parla delle tante e piccole tragedie personali, di intere famiglie distrutte, di orfani e di vedove, nessuno ne parla.
Massimo Pescara, classe 1959, torna a raccontarci qualcosa di profondo e toccante come solo lui sa fare: Il coraggio della paura, edito da Kubera.
Liberamente ispirato alle vicende dei nonni paterni, narra il periodo trascorso in guerra sulle Dolomiti dal giovane Angelo tra il 1916 e il 1918, contro l’esercito austriaco, mentre la devota fidanzata Santa lo attende a casa.
In questi anni lunghi e duri, il giovane vivrà tutto l’inferno della guerra di quel tempo, in prima linea, tra le mille difficoltà affrontate dai soldati in trincea: la caduta di innumerevoli compagni tra il fuoco nemico, il freddo, gli stenti e l’incapacità degli ufficiali di gestire un simile conflitto.
L’orrore della Prima Guerra Mondiale e il modo in cui l’Italia l’ha affrontata sono macchie che rimarranno sempre impresse nella storia dell’umanità, ricordate dai racconti dei sopravvissuti e dalle generazioni successive che non intendono seppellirle. Angelo è un sopravvissuto che ce l’ha fatta a tornare indietro e a rifarsi una vita, per andare avanti ma soprattutto per ispirare le future generazioni a non ripetere una simile esperienza. Con il suo stile crudo e scorrevole, l’autore insegna questo e molto altro, primo fra tutti a non negare “il coraggio della paura”. Una paura che non è vergogna, come sostiene, ma un sentimento come tanti altri… “e provare dei sentimenti in trincea è già una cosa miracolosa”.
Come nasce questo libro?
L’idea di scrivere una storia di questo tipo era in me da molto tempo e mi sono effettivamente e liberamente ispirato alla storia di mio Nonno paterno Angelo e mia Nonna Paterna Santa. Parlo unicamente di ispirazione letteraria in quanto la loro storia è andata diversamente ma a me è piaciuto immaginarlo così.
Angelo effettivamente combatté attivamente nella grande guerra ma sul fronte greco, il fronte dolomitico dove ho ambientato le vicende belliche si prestavano meglio alla mia trasposizione letteraria.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Il messaggio è chiaro, il coraggio della paura rappresenta la forza che in situazioni limite (tale concetto è valido in tutte le epoche ) ognuno di noi deve avere per superare le prove ,anche le più dure ,che la vita ci riserva. Conoscere le proprie forze senza ostentarle ma soprattutto conoscere le nostre paure e i nostri limiti ci aiuta a superarle e questo può fare la differenza. Una amicizia riscoperta in tragici frangenti rappresenta per i due protagonisti tutta la loro ricchezza ed è tutto quello che hanno in quel momento.
Il terzo concetto è che la nostra esistenza è molte volte legata al fato. L’essere a volte nel momento giusto al posto giusto può fare di un mediocre una persona di successo, diversamene tutto può essere vanificato.
L’amore infine forte e disperato che è capace di attendere fino alla fine è oltre, una scelta fatta a oltranza e senza ripensamenti.
Leggi il mio libro perché..
Leggere il mio libro perché comunque è una storia credibile e liberamente ispirata al reale, una trama credo originale in grado di attirare a sé il lettore, un manifesto chiaramente antimilitarista una storia vecchia e al tempo stesso moderna ma chiaramente solo una storia.
Emanuela Maria Maritato
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“Il Coraggio della Paura” di Massimo Pescara merita 4 stelle su 5.