Lotus è un romanzo che è stato definito fantasy, ma una definizione di questo tipo appare un po’ ‘stretta’: potremmo definirlo un mix tra romanzo di formazione e testo epico?
Sì, in effetti il mio intento era quello di esplorare la mescolanza tra generi letterari diversi, coniugando una vicenda realistica, con una ispirata alle vicende dei grandi eroi dell’epos classico; in effetti Lotus. Le anime di Aoroa, è per più di metà un vero e proprio romanzo di formazione: Bianca è una ragazza come tante, che studia in un liceo classico di Verona, che pratica sport e che vive le sue prime storie d’amore. Poi, all’improvviso, tutto cambia e la protagonista scopre qual è davvero il suo destino e comincia a fare degli strani sogni, ambientati in un mondo mitico. La scelta di chiamare i capitoli con le lettere dell’alfabeto greco, poi, non è casuale: vuole essere un omaggio alla tradizione epica greca: l’Iliade e l’Odissea, infatti, sono divisi in ventiquattro libri e ‘numerate’ con le lettere dell’alfabeto greco.”
Il romanzo non si esaurisce nella storia: è corredato da una postazione e da numerosi contenuti multimediali presenti sul tuo sito: ci spieghi come mai questa scelta?
Credo che le arti debbano sempre dialogare tra loro, tanto più in un’epoca, come la nostra, che è prettamente digitale. Come per il mio precedente romanzo I sogni non fanno rumore (per il quale sono stati girati vari video, è stata composta una canzone e sono stati realizzati una serie di gadget), così per Lotus ho scelto di approfondire alcune tematiche presenti nel romanzo attraverso filmati visionabili sul mio sito ufficiale: www.robertadieci.com. Troverete video-interviste, ma anche la riproduzione di una tavoletta micenea, nella quale sono messi in evidenza i vari ‘simboli’ e la relativa trascrizione. Il tutto è stato supervisionato da un’esperta di miceneo, la dott. Rachele Pierini, che è anche presente in un piccolo cameo all’interno del romanzo e che avrà maggiore spessore nei successivi capitoli della saga.
Lotus è, in effetti, una trilogia: ci puoi dare qualche anticipazione sul seguito della vicenda e sulle date di uscita di Lotus 2?
Posso dirvi che io e il mio editor Luca Azzolini stiamo lavorando alacremente e che l’uscita del secondo volume della saga è previsto per la primavera 2020 (Reverdito editore). Senza svelare troppo, posso anticiparvi che ci saranno molti colpi di scena e che personaggi apparentemente marginali acquisteranno uno spessore notevole nello sviluppo della vicenda; inoltre Bianca dovrà affrontare una prova davvero molto dura per salvare Enialo in grave pericolo di vita…
Tu sei un’insegnante oltre che una scrittrice: non è quindi un caso che Lotus sia ambientato in una scuola, vero?
Assolutamente no, adoro il mondo della scuola, forse perché mi piacerebbe tornare a quell’età spensierata che sono stati per me gli anni del liceo! Molti dei miei lettori sono infatti ragazzi che stanno vivendo un’età meravigliosa e difficile come quella dell’adolescenza, ma anche adulti che, leggendo, spero possano sorridere nel ricordo dei giorni trascorsi sui banchi di scuola.
Bianca si trova a vivere in bilico tra due mondi: cosa rappresentano?
La dimensione della Res e il mondo di Aoroa rappresentano due poli quasi opposti, che possono essere interpretati in vari modi (sono state date letture molto diverse): personalmente mi piace vedere la dimensione R come la razionalità e il mondo di Aoroa come la passione irrazionale: sono la mia personale versione del contrasto tra apollineo e dionisiaco.
C’è un legame tra il tuo primo romanzo ‘I sogni non fanno rumore’ e Lotus?
Sicuramente entrambi i romanzi dicono molto di me: in entrambi c’è la passione per lo sport (calcetto in uno, atletica leggera nell’altro), in entrambi sono presenti citazioni tratte dai grandi testi della letteratura greco-latina e in entrambi c’è un luogo-non luogo che è il vero fulcro della vicenda; ne I sogni non fanno rumore è il treno: l’utopia, il non-luogo in costante movimento in cui tutti i tempi e tutti i luoghi si scontrano; in Lotus tale funzione è svolta dai sogni, che diventano la prima porta di passaggio verso Aoroa e sono per i due protagonisti l’unico luogo in cui riescono ad essere davvero loro stessi, in bilico tra i due mondi, senza dover essere costretti a scegliere in quale vivere.