Alle porte di Roma, il prossimo 11 gennaio a partire dalle ore 16,00 l’autore campano Antonio Cucciniello sarà ospite della libreria “Non solo carta”, in Via Nomentana Fonte Nuova, per la presentazione di PATHEMATA MATHEMATA, il suo nuovo romanzo ispirato all’Approccio Sistemico Vitale. Dopo l’immediato successo del precedente romanzo “Le ali del bruco”, giunto alla terza ristampa e migliaia di copie vendute, l’autore sarà intervistato dalla prof.ssa Daniela De Luca, ed incontrerà il gruppo di lettura “Carboneria Letteraria”.
Per l’occasione PaeseRoma ha incontrato lo scrittore, sorpreso per l’affetto dei fan che promuovono le varie presentazioni del libro, invitandolo nei loro paesi e organizzando i vari incontri con molto entusiasmo. L’autore si è raccontato commentando il percorso di diffusione del libro.
Qual è stata la scintilla che ti ha portato a scrivere il tuo ultimo romanzo Pathemata Mathemata?
<<Il successo del precedente romanzo, intitolato Le Ali del Bruco, mi ha spinto a scrivere Pathemata Mathemata, un nuovo romanzo ispirato all’Approccio Sistemico Vitale. Noi siamo tutti bruchi destinati a divenire farfalle, e ciò che conta è proprio la sofferenza, i Pathémata del passaggio da bruco a farfalla, non il colore o la forma delle ali che avremo>>.
Quanto tempo hai impiegato a scriverlo?
<<La prima stesura di Pathemata Mathemata ha richiesto un impegno intenso di sei mesi, poi le successive revisioni si sono concluse in due mesi>>.
Cosa vuoi trasmettere, attraverso gli incontri con l’autore, proprio come quello che si svolgerà il prossimo sabato 11 gennaio a Fonte Nuova?
<<Un concetto forte di resilienza che ti spinge a comprendere che in fondo i giorni che ci rendono migliori sono proprio i giorni in cui abbiamo avuto sfortuna>>.
Se non avessi fatto lo scrittore cosa avresti scelto di fare?
<<Nella vita sono stato tante cose, ma nel profondo sono sempre stato uno scrittore che la mattina si alza con la voglia di scrivere>>.
Cosa sogni per Antonio in questo 2020?
<<Vorrei incontrare più umanità, vorrei che le persone accogliessero la diversità come una ricchezza. A scuola, insieme alla storia e alla geografia, dovrebbero insegnare “educazione sentimentale”, una sorta di introduzione a ciò che significa “essere umani”. Noi non siamo corpi che si portano dietro un’anima, ma anime che si portano dietro un corpo, flussi di energia che danzano tra le stelle, accanto alla Costellazione di Orione>>.
Patrizia Faiello