“Era la stessa luce che si spandeva sul mondo, sulle case silenziose di fronte al mare, su Lucca e sulla fabbrica SMI, sugli operai intenti al lavoro, su Amelia e su Carlo, sul piccolo Nicola e sul povero signor Fausto, su Nadia e su Rosa, su Sergio e su Miriam. Lieve come neve, scendeva su tutti, su tutti i vivi e su tutti i morti.”
Patrizia Bartoli ritorna in scena con Cuori Imperfetti, edito da Tabula Fati. Dopo quattro antologie conquista la nostra attenzione con un romanzo ambientato nel solitario paesino Fornaci di Barga sul finire degli anni Sessanta, dove si susseguono contemporaneamente diverse vicende. Amelia e Carlo, coppia in crisi perché non riescono ad avere un bambino. Giacomo, studente spensierato che finirà per legarsi a Laura, giovane benestante con una situazione familiare difficile. Nadia, donna affascinante ma incapace di avere una relazione stabile. Un alternarsi di vicende tra vite diverse, vite normali; persone in cui è facile riconoscersi, oggi come allora, da cui traspare tutta la forza delle loro sensazioni attraverso le scelte che si pongono lungo il cammino.
Tutto questo fra le vie e le valli di un’Italia in pieno boom economico, che almeno per una notte si troverà a guardare in alto fra le stelle, insieme al resto del mondo, per assistere all’impresa di tre uomini coraggiosi mentre sbarcano sulla Luna.
Cuori imperfetti, con il suo stile sobrio e scorrevole, si rivela in grado di dimostrarci la profondità di ciascuna vita, per quanto possa sembrarci distante quella di un estraneo che ci passa accanto senza nemmeno guardarlo. Inviterà sicuramente a riflettere, a guardare la gente che passa con nuovi occhi e a domandarci se non siamo così diversi da tutti loro.
Come nasce questo libro?
Da sempre preferisco ambientare le storie che racconto, che sono storie d’invenzione, in alcuni luoghi a me cari, che conosco personalmente. La Toscana, prima di tutto, con Lucca e la sua provincia che s’inerpica verso la Garfagnana da una parte e arriva al mare, Viareggio e la Versilia, dall’altra. Accanto ai luoghi acquista importanza il periodo storico sempre molto caratterizzato: gli Anni ’60, soprattutto, senza disdegnare i decenni prima del Duemila.
È stato così per i racconti che ho pubblicato in quattro raccolte:
- La venditrice di piccole cose, 2011, Incontri Editrice;
- Un pomeriggio quasi perfetto, 2013, Incontri Editrice;
- Prove di vita, 2015, Incontri Editrice;
- Travestimento proibito, 2017 Tra le righe libri
Ed è così per Cuori imperfetti, il romanzo edito da Tabula fati a maggio 2019.
La storia di Cuori imperfetti si colloca negli Anni ’60, precisamente dal 1964 al 1969, nei luoghi cui facevo riferimento prima. Nasce intorno al personaggio di Amelia, una giovane donna moglie del vicedirettore della SMI, Società Metallurgica Italiana, la grande fabbrica che era il cuore e il polmone socioe-conomico della media valle del Serchio. Amelia è una donna infelice, una donna a metà, come lei stessa si ripete, tormentata dalla mancata maternità. Intorno ad Amelia, prendono forma e agiscono altri personaggi, maggiori e minori, tutti legati gli uni agli altri sebbene, talvolta, le loro vite non si sfiorino neppure. Com’è stato detto è un romanzo corale, o meglio di una pluralità di uomini e donne che attraversano i ‘meravigliosi Anni Sessanta’ con il loro fardello di gioie e di dolori.
Nel 2015, la raccolta ‘Un pomeriggio quasi perfetto’ ha vinto il Premio Joyce Lussu, città di Offida.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Non mi sento molto a mio agio di fronte a questa domanda. Mentre scrivevo di Amelia, di Carlo, di Nadia e di tutti gli altri personaggi che compongono Cuori imperfetti, desideravo dar vita a una storia, anzi a più storie che il lettore, sebbene così distante nel tempo dagli Anni Sessanta, potesse sentire vicine, del tutto sincere nella loro verosimiglianza.
In Cuori imperfetti affronto il tema della solitudine, della difficoltà di vivere, degli inganni che inevitabilmente compiamo e subiamo. Della felicità desiderata che sempre o quasi sempre ci sfugge. I cuori imperfetti a cui il titolo fa riferimento sono quelli dei personaggi ma non solo. Sono anche i cuori imperfetti che ognuno di noi sente battere nel proprio petto. Con poche eccezioni, nel romanzo forse Giacomo e Laura, i due ragazzi per cui la conquista della Luna, evento epocale dell’anno 1969 e di tutta una generazione, ha un significato di assoluta promessa.
Ecco, probabilmente il messaggio è questo: la vita, naturalmente imperfetta, chiede di essere vissuta nei suoi diversi momenti luminosi e bui con tenacia e determinazione.
Cosa pensi dell’editoria?
Ho sempre pubblicato con piccoli editori che fanno un lavoro di qualità – e, per la mia personale esperienza, non a pagamento – che non ha quasi mai il giusto riscontro. Se entriamo in una libreria, anche in una libreria indipendente attenta e accurata nelle proprie scelte, troviamo gli scaffali pieni di romanzi editi dalle grandi case editrici che fagocitano il mercato.
Personalmente sono grata agli editori che mi hanno dato la possibilità di pubblicare, tuttavia il libro perché non soffochi dopo pochi mesi dalla sua uscita necessita di essere sostenuto nella distribuzione, spesso limitata al luogo di appartenenza dell’Autore o a macchia di leopardo, e nella sua promozione, comprese le presentazioni e le partecipazioni ai Premi letterari. Ripeto che comprendo bene le difficoltà dei piccoli editori, ma la situazione, ahimè, è questa.
Leggi il mio libro perché…
Perché le vicende narrate in Cuori imperfetti ci portano in un mondo lontano da noi, pieno di cose, modi di fare, di essere, di pensare, che vale veramente la pena di scoprire o riscoprire. Perché Cuori imperfetti ha il pregio di ‘delectare’ con una scrittura attenta che tuttavia si mantiene lieve e gradevole.
Progetti futuri?
Amo la scrittura breve, a volte brevissima. Anche come lettrice, prediligo racconti e romanzi che sappiano dire senza disperdersi in centinaia di pagine. Ho sul tavolo di lavoro, nei file del computer ma anche nei quaderni a righe che acquisto regolarmente delle storie, iniziate, terminate, interrotte. Si discostano da ciò che ho scritto finora, sperimentando atmosfere gialle, noir o fantastiche. Forse non è del tutto vero perché se ripenso a racconti come Vertigine, Emma, Lo spaventapasseri, Un’esile ombra, elementi di contaminazione di genere erano già presenti.
Il libro merita 5 stelle su 5.