L’amore è un vento che arriva e che quando ti sfiora devi essere pronto ad aggrapparti senza farlo scappare”.
Pensieri, aforismi, citazioni, canzoni e molto altro si susseguono tra le pagine di Fanno dei giri immensi e poi ritornano, opera di Angelo Calvisi edita da Les Flaneurs.
Lisa, Piero, Roberto e Alice sono i protagonisti di questa “ipercanzone”, come definita dall’autore, le cui storie s’intrecciano e si amalgamano tra eventi, incontri, pensieri e introspezioni di eccezionale profondità.
Il tutto caratterizzato dal particolare stile di scrittura: salterà all’occhio, innanzitutto, la rinuncia dell’autore a qualsiasi segno d’interpunzione, per evidenziare l’infinito flusso di pensieri che travolge le nostre menti. E i protagonisti non sono da meno, mentre proseguono con le loro vite fatte di alti e bassi, percezioni, scelte, incontri, gioie e dolori. I lettori più esperti, inoltre, non mancheranno di riconoscere numerosissimi riferimenti a canzoni celebri. Il tutto, come desiderato dall’autore, allo scopo di affascinare e divertire il lettore. Senza alcun dubbio sarà all’altezza del compito.
Come nasce quest’opera letteraria?
Volevo raccontare una tipica storia d’amore, una delle tante che è possibile raccontare, e quindi con separazioni, gelosie, ritorni e ripicche. Volevo farlo, però, in maniera non convenzionale, e allora ho scelto di raccontare le vicende di Piero, Lisa, Roberto e Alice con la lingua delle canzonette, ovvero costruendo tutto il libro su un impianto di centinaia e centinaia di citazioni tratte dalla musica pop.
Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Credo che scrivere sia un gioco. Il poeta si diverte, pazzamente, smisuratamente, diceva quel tale. Se è possibile trarre un messaggio da Fanno dei giri immensi e poi ritornano, be’, direi questo: lasciatemi divertire!
Cosa pensi dell’editoria d’oggi?
Dividerei il discorso tra grande e piccola editoria. La grande, sinceramente, mi sembra un tantino appiattita su forme e contenuti ripetitivi… Una generazione fa, o forse due, i grandi editori davano spazio anche a testi sperimentali, un po’ come il mio. Oggi questo compito è affidato agli editori piccoli, indipendenti, che sono tanto più meritevoli quanto più riescono a scovare voci non omologate, uniche. Il problema però è quello di farle emergere queste voci, perché poi, fatalmente, il discorso si intreccia con quello della distribuzione e dei grandi punti vendita… Non è semplice, per un piccolo editore, far quadrare i conti quando un distributore ti obbliga a stampare migliaia di copie di un libro che, se tutto va bene, resta in libreria non più di un mese. Non ho una ricetta, a naso direi che la buona salute dell’editoria debba passare attraverso norme che tutelino le piccole librerie, dove il rapporto fiduciario che si intrattiene tra libraio e lettore può avvantaggiare anche titoli e marchi di nicchia.
Leggi il mio libro perché…
Be’, perché si può leggere in diversi modi. Come una storia d’amore multipla, dove le emozioni si incrociano assieme ai personaggi, o come un enorme repertorio di canzonette da indovinare!
Progetti futuri?
Tanti, ma nessuno legato alla scrittura. Imparare a suonare il banjo, per esempio! Avrei dovuto iniziare le lezioni a febbraio, però il COVID-19 ha scompaginato anche le mie giornate. Ma non appena tutto ritornerà alla normalità, il mio tempo libero lo passerò tra sgruggs roll maldestri e la ricerca dell’accordatura perfetta.
Il libro merita 5 stelle su 5.
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