“Non esiste la perfezione. È tutta una fregatura.”
Angela Gagliano insegna questo e molto altro per bocca dei protagonisti di La paziente zero, edito da Les Flaneurs. Ambientato tra le meravigliose strade di Parigi, narra della giovane Colette che s’impegna a ricostruire l’ultimo periodo della sua vita con l’aiuto della sorella maggiore Nathalie. “Paziente zero” è come la definisce Nathalie dal punto di vista professionale, in quanto psicologa, per una ragione che diverrà chiara alla fine del romanzo. La vita di Colette ha subito infatti profondi cambiamenti dopo aver stretto un’insolita amicizia con Mèlanie, compagna di scuola benestante, viziata e autolesionista; questa, in cambio del silenzio di Colette sul suo problema, la include nel suo “mondo” tra abiti firmati, shopping e feste, trasformandola da ragazza anonima a popolare. Col tempo il legame tra le due si consolida, portando Colette a ricevere perfino le attenzioni dell’affascinante Conrad… ma nel frattempo le sregolatezze di Mèlanie porteranno all’aggravarsi del suo equilibrio mentale. E la ragione per cui Nathalie s’impegna a sondare così a fondo i ricordi della sorella verrà finalmente a galla.
Notevole è la forza emotiva permeata in queste pagine, in grado di conquistare tutta l’attenzione dei lettori con l’aiuto di un sapiente alternarsi tra presente e flashback, alla ricerca di una verità amara che necessita di venire alla luce.
A condire il tutto con un pizzico di sapore in più è la profonda atmosfera francese che circonda le due sorelle, mentre tra una pausa e l’altra si gustano ricette tipiche della loro terra. La paziente zero si rivela sicuramente un ottimo titolo con cui passare diverse ore, trasportandoci in un batter d’occhio tra le meravigliose vie di Parigi.
Come nasce quest’opera letteraria?
Sono stata adolescente e ho vissuto in prima linea le problematiche di questa fase di crescita. I giovani di oggi subiscono stimoli diversi da quelli a cui è stata sottoposta la mia generazione. In una realtà sempre più -social-, l’informazione è fondamentale. In questa storia ho voluto esprimere il disagio giovanile, ma sopratutto le conseguenze di un comportamento ermetico da parte dei genitori, che spesso rifiutano la realtà, per la paura e per l’incapacità di affrontare i problemi dei figli. Farsi aiutare non è un’espressione di debolezza, ma di grande coraggio.
Quale messaggio vuoi trasmettere a tutti coloro che si ritroveranno tra le mani questo libro?
Amatevi, incondizionatamente. Create un’identità vostra, che non sia la copia di nessun’altra. Siate gli influencer di voi stessi.
Cosa pensi dell’editoria d’oggi?
È una realtà all’interno della quale è difficile emergere. Soddisfatto il bisogno di scrivere storie, la distribuzione viene subito dopo e l’offerta è così ampia che a volte ci si sente invisibili. Allo stesso tempo, i canali di comunicazione sono così ampi, che con qualche sforzo, un pizzico di fortuna e l’aiuto di professionisti del settore, ce la si può fare.
Leggi il mio libro perché…
Perché è una storia attuale, nella quale tratto tematiche di una certa delicatezza, senza girarci troppo intorno, da tutti i punti di vista, portando il lettore a riflettere su quanto siamo sia vittime che carnefici.
Progetti futuri?
Sono impegnata nella stesura di un romanzo ambientato nella Sicilia degli anni ‘70. Un omaggio alla mia terra di origine.
Per quanto riguarda l’attività a teatro, attualmente in sospeso a causa dell’emergenza sanitaria, sto ideando una sceneggiatura che prevede la regia a distanza, con l’obiettivo di realizzare un cortometraggio.
La paziente zero merita 5 stelle su 5.
Maura Capuano