L’editoria italiana continua a crescere e non si arrende (stoicamente) alla pandemia. Infatti, secondo i dati elaborati e diffusi dall’Associazione Italiana Editori (Aie), dal primo gennaio al 28 marzo 2021 le vendite dei libri a stampa a prezzo di copertina nei canali trade – ovvero librerie, online e grande distribuzione organizzata – sono cresciute del 26,6 per cento a valore e del 26,7 per cento a copie vendute rispetto allo stesso periodo all’anno precedente.
Entusiasta il commento del Presidente, Ricardo Franco Levi, per il quale “siamo di fronte a un incremento importante che si accompagna alla crescita della lettura, come è documentato nel Libro Bianco del Cepell, il Centro per il libro e la lettura”. Il Libro Bianco sulla lettura e i consumi culturali in Italia (2020-2021), presentato lo scorso 31 marzo durante l’incontro “Voltare pagina. Idee, riflessioni e strategie per la ripartenza dopo la pandemia”, spiegava come “nel 2020 siano lettori il 61 per cento degli italiani nella fascia d’età 15-74 anni, contro il 58 per cento dell’anno precedente”. Inoltre, ha sottolineato Levi “questi dati confermano la bontà delle politiche di sostegno al settore proposte da tutta la filiera del libro unita – l’Associazione Italiana Bibliotecari (Aib), l’Aie, l’Associazione Librai Italiani (Ali), e messe in atto nel 2020 da governo e Parlamento. Ci riferiamo, in particolare, al sostegno della domanda tramite la 18App, la Carta Famiglia, il finanziamento degli acquisti delle biblioteche nelle librerie di prossimità, tutte misure che chiediamo siano confermate e stabilizzate”, ha concluso. La 18App, in particolare, ha confermato la propria efficacia anche nell’avvio del nuovo anno: tra gennaio e febbraio i 18enni hanno utilizzato per l’80 per cento questo strumento per acquisti di libri a stampa, pari complessivamente a 75 milioni di euro. Il 91 per cento degli acquisti sono stati effettuati nelle librerie online.
I dati mostrano cambiamenti di grande rilievo nei canali di vendita e nella struttura del mercato. I canali fisici, quali librerie e grande distribuzione, passano dal 73 del 2019 al 57 per cento di fine 2020, al 55 per cento a marzo di quest’anno. Le librerie online, che rappresentavano il 27 per cento nel 2019 e il 43 per cento nel 2020, toccano il 45 per cento nel primo trimestre dell’anno. Le librerie indipendenti, maggiormente presenti nelle periferie e nei piccoli centri, passano dal 22 di fine 2019 al 18 per cento di fine 2020 e al 16 per cento di fine marzo. Le librerie di catena, generalmente penalizzate dall’essere soprattutto presenti nei centri cittadini, nelle stazioni, negli aeroporti e nei centri commerciali, sono passate dal 44 del 2019 al 33 per cento nel 2020 al 34 per cento nei primi tre mesi del 2021.
La grande distribuzione è passata dal 7 del 2019 al 6 per cento del 2020 fino al 5 per cento del primo trimestre 2021. La quota dei piccoli e medi editori, trainata dall’online, è cresciuta costantemente nel corso degli anni passando dal 39,5 del 2011 al 47,5 per cento del 2019, al 50,9 per cento del 2020, fino a toccare il 54,1 per cento tra gennaio e marzo 2021.
Gaia Pandolfi