Le due vite di T. è uno dei romanzi di Aldo Cernuto. La prima parte (T) comincia nei tardi anni ’80. Protagonista della vicenda è un bambino, figlio unico di genitori separati, con difficoltà di apprendimento e di inserimento sociale. Lo stesso ambiente scolastico lo emargina invece di cercare di far emergere la sensibilità e il talento del bambino. Mentre il padre è una presenza affettiva discreta ma non incisiva, la madre ha un carattere prevaricante, con atteggiamenti a volte ossessivi, per orgoglio rifiuta di riconoscere le difficoltà del figlio, riponendo in lui e nel suo futuro speranze o, sarebbe meglio dire velleità, spropositate. Unico punto di riferimento della famiglia è la zia (sorella del padre) che riempie il bambino di attenzioni, proteggendolo, in parte, dal clima malsano che si respira in famiglia.
L’adolescenza si rivelerà un momento decisivo per il ragazzo: complici anche le passioni per la lettura e per gli scacchi, il protagonista sembra trovarla sua strada: dopo tante vicissitudini, arriva addirittura a primeggiare nello studio ed inizierà ad uscire dalla sua asocialità. Quando però il ragazzo decide di interrompere i suoi costosi studi all’estero, la madre (che per mantenerlo all’università aveva venduto la casa) chiude ogni rapporto con lui. Durante un’accesissima discussione la donna arriva ad augurargli la morte, negandogli da lì in poi qualsiasi contatto. La seconda parte (U) si svolge invece tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 che vede il protagonista essere diventato sceneggiatore e padre di famiglia, mentre sta per andare a ritirare un prestigioso riconoscimento, l’uomo ripercorre gli episodi che hanno segnato il ribaltamento della sua vita. Nelle ore che precedono la premiazione arriva però l’improvvisa telefonata della zia che lo informa dell’imminente morte della madre. La notizia getta il protagonista nel tormento il quale non sa come affrontare la situazione: partire subito per un estremo tentativo di riappacificazione, o fermarsi a New York per celebrare la sua carriera? Un salto temporale in avanti ci porta alla Vigilia di Natale; la madre è deceduta già da due settimane e il protagonista, insieme alla moglie e a sua figlia si prepara a ospitare la zia e i suoceri per il cenone natalizio. Durante i preparativi, l’uomo rivive il momento del suo tempestivo rientro in Italia. Il climax si raggiunge avviene quella notte stessa: la zia, convinta di compiere una buona azione in occasione del Natale, dà al nipote una lettera della madre a lui indirizzata. Ma l’esito è esattamente opposto a quanto auspicato: in poche e lapidarie righe, la madre rinnega addirittura di aver avuto un figlio, dichiarando di voler lasciar l’abitazione a un ente per la protezione degli animali.
Il romanzo sembra così concluso, ma la svolta è in agguato…
Le due vite di T, è un romanzo che necessità di attenzione in quanto l’autore complica abbastanza la trama, riflettendo sul ruolo rivelatorio della scrittura: Una cosa che ti aveva colpito nella sua passione per la letteratura era che non gli dava nessuna finalità, al di là del proprio arricchimento personale. Mai una volta che facesse riferimento a un’idea, un progetto, o anche solo un timido intento, per mettere a frutto la propria cultura di bibliofilo. Da parte tua eri convinto che avesse un proprio libro nel cassetto, o forse addirittura una decina nell’armadio. Tant’è che rimanesti di stucco quando ti confidò di non aver mai nemmeno provato a iniziarne uno, né d’essere interessato a farlo. Diceva che ci vogliono ben altre qualità per essere uno scrittore e lui non lo sarebbe mai diventato: l’unica cosa a cui credeva di poter aspirare, pensando d’averne i numeri, era di passare dalla sua attuale condizione di lettore, a quello di servitore dei libri.
Il protagonista mostra come la scrittura apra le finestra sull’anima di chi legge.
Genere: Narrativa/Romanzo di formazione
Pagine: 241
Prezzo: 16,64 €