In questo libro, edito da Curcio editore, gli Autori Marino d’Amore e Valerio de Gioia, analizzano gli aspetti sociologici e giuridici di quanto accaduto negli ultimi anni di Covid e infodemia.
A dare una definizione precisa e puntuale nel nuovo termine “infodemia” è stata l’Accademia della Crusca: «Abnorme flusso di informazioni di qualità variabile su un argomento, prodotte e messe in circolazione con estrema rapidità e capillarità attraverso i media tradizionali e digitali, tale da generare disinformazione, con conseguente distorsione della realtà ed effetti potenzialmente pericolosi sul piano delle reazioni e dei comportamenti sociali».
Ci siamo trovati di fronte quindi a un tipico caso di infodemia, anzi di infopandemia: un sovraccarico d’informazioni sul tema, prima contrastanti, poi tranquillizzanti e infine giustamente allarmanti. Stimoli informativi che non hanno chiarito la questione e soprattutto hanno neutralizzato la legittimità autorevole di ogni fonte: ponendo in contrasto il mondo scientifico, quello istituzionale e quello dei social network.
Gli Autori analizzano i fenomeni delle fake news e del voyeurismo mediatico che fanno emergere chiaramente quanto il coronavirus abbia dato nuova linfa alla cultura del sospetto tra complottismo e negazionismo.
La pandemia ha infatti ridisegnato i contorni di ciò che si intende per informazione facendo emergere chiaramente la necessità di nuovi equilibri.
Vengono esaminate le misure messe in atto per la lotta alle fake news: dall’intervento dell’UE alla Commissione parlamentare di inchiesta, i numerosi provvedimenti di oscuramento dei video sulle terapie anti-Covid alternative.
L’informazione sull’obbligo vaccinale: le indicazioni della Corte costituzionale e della Corte europea, l’indennizzo per le vaccinazioni raccomandate.
La rilevanza penale dell’incontrollata informazione pandemica come la pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, il procurato allarme, l’istigazione a delinquere e l’apologia di reato, la manipolazione del mercato (aggiotaggio), la diffamazione.
E in ultimo le sanzioni amministrative: l’abuso della credulità popolare, il mestiere di ciarlatano e le cure miracolose.