Il dott. Balzano già autore di numerosi saggi sulle problematiche giovanili, fra cui alcol e droghe, bullismo, abbandono scolastico e autolesionismo, ha pubblicato questo nuovo romanzo dove si affrontano argomenti come l’amore, il dolore e la morte. È essenzialmente un percorso di crescita, in questo caso della protagonista, con tutte le conseguenze che implicano l’affrontare le proprie ferite e metabolizzare per quanto possibile un lutto che a quell’età sembra insormontabile. Non mancano momenti di solitudine, ma anche la scoperta di un nuovo amore, tutte queste esperienze tessono le basi per percorrere la strada della maturità. Imparare a convivere con il dolore, aiuta davvero a crescere? Scopriamolo con l’autore.
Lei ha definito questo libro come “non è solo un romanzo, ma un viaggio all’interno del mondo giovanile” può spiegarci di più? Sì, è un viaggio che descrive come nel Terzo Millennio, con uno spirito dei tempi di tipo narcisistico, si esprime Eros, il dio dell’Amore, la spinta vitale che ricuce ferite e conflitti e genera benessere. Al momento, Eros si esprime soprattutto in maniera autocentrata e nel libro si è provato a illustrare le possibili declinazioni che assume in tutte nelle relazioni umane, sviluppate per lo più con limitata compartecipazione affettiva.
Questa è la storia di una ragazza che perde entrambi i genitori da adolescente e si ritrova a vivere con i nonni. Come può a suo avviso un ragazzo giovane affrontare nello stesso momento il lutto e ricominciare una nuova vita senza le due persone che sono state la base dalla nascita? Nel libro, la funzione genitoriale è vicariata dai nonni materni, che hanno accudito Caterina dispensando Amore e quindi aiutandola a convivere con Thanatos, la Morte, vero tabù di questi tempi e che si può contenere appunto affettivizzandola, sviluppando il nostro dio Eros. Come ha fatto la ragazza protagonista del romanzo.
Gli adolescenti giustamente sono pieni di paure, visto l’età critica di passaggio da essere bambino alla responsabilità da adulto, oggi rispetto a ieri quanto è cambiato il modo di approcciarsi a questo periodo? I giovani di oggi hanno una sensibilità, un’intelligenza emotiva più sviluppata di quella di noi “vecchi” genitori, intuiscono perciò molto più precocemente l’inferiorità ultima dell’Essere umano, cioè la Morte. Le angosce connesse a questa consapevolezza, però, non pare vengano validamente contenute dagli adulti preposti alla loro formazione, per cui il fanciullo è chiamato a gestirle in solitudine, utilizzando i modelli culturali vigenti, ovvero in questo periodo quelli grandiosi di tipo narcisistico, andando incontro a problematiche forme di disagio.
La protagonista ha un nonno acculturato che la indirizza verso lo studio della mitologia e con questo la ragazza scopre il Dio dell’amore. Pensa che l’amore sia il sentimento in grado di cambiare il mondo oppure bisogna andare bene oltre? Se la persona nel suo adattamento attinge da Amore, di sicuro cambia sé stesso, amandosi di più e aggregandosi in maniera più compartecipativa agli altri. Con l’equilibrio raggiunto dovrebbe contribuire in maniera utile all’evoluzione del contesto comunitario in cui è inserito, senza ricercare compensazioni abnormi alle proprie inferiorità e paure che prevedano guerre e/o la vessazione dell’Altro.
Questo romanzo ha due protagonisti principali Caterina e suo nonno. Da una parte la ragazza affronta la morte e prova il dolore della perdita, dall’altro il nonno le insegna che esiste l’amore. Cosa accomuna, appunto, la morte con l’amore, si può trovare un punto di incontro fra questi due sentimenti contrastanti fra loro? Non sono sentimenti contrastanti. Sono due facce della stessa medaglia: non c’è Eros, vita, senza Thanatos, la morte. Amore pertanto contiene Thanatos e se non si accetta la morte, come sta accadendo in questo periodo storico, si allontana la capacità di amare andando incontro alle forme si disagio psichico attualmente così diffuse.
La lettura di questo libro è rivolta più ad un pubblico adolescente, come segno di speranza oppure ad un pubblico più adulto per comprendere gli adolescenti? Direi che è diretto ad ogni persona, motivata a star bene con sé stessi e con gli altri.
Nella sua lunga carriera di psicoanalista quanto c’è della sua esperienza in questo libro? Le storie raccontate, seppur molto romanzate, hanno un fondamento nell’esperienza clinica, ciò che si descrive nel romanzo è un affresco di ciò che sta avvenendo nei rapporti umani visto dall’osservatorio psicanalitico.
Questo suo libro è stato apprezzato sia dai lettori che dalla critica, quale pensa sia stata la chiave di tale successo? Il romanzo è uscito da circa otto mesi, personalmente non ho ancora dei riscontri che indichino quanto successo abbia avuto. Posso dire che per la sua scrittura ci sono voluti più di due anni e l’intervento di diversi, bravi editor che ancora ringrazio di cuore, con loro si è cercato di raccontare una storia che avesse le stesse profondità sperimentate nel lavoro analitico, usando un linguaggio molto fruibile. E si spera di aver raggiunto questo obiettivo.
Eleonora Francescucci